giovedì 10 giugno 2021
Il XVIII rapporto sulla salute delle Regioni mostra una perdita di aspettativa di vita di oltre un anno. Ricciardi: sette punti per salvarci. Solipaca: scontro scienziati-politica non ha aiutato
Osservasalute: Il Covid ci ha riportato indietro di 10 anni
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Come dieci anni fa. E non è affatto un bene. In un anno di pandemia infatti si è tornati indietro di dieci anni come aspettativa di vita, perdendo più di un anno nel tasso di sopravvivenza (1,4 per gli uomini e 1 anni per le donne ) con punte di 2,6 anni in Lombardia per gli uomini e 2,3 in Valle d’Aosta per le donne. Nel 2020, infatti, c’è stato un incremento di oltre 101 mila decessi rispetto all’anno precedente. Il XVIII rapporto Osservasalute, redatto dall’Osservatorio sulla Salute nelle Regioni italiane che opera nell’ambito di Vihtali spin off dell’università Cattolica (campus di Roma) e presentato stamane da remoto, mostra perciò come il Covid abbia peggiorato in generale l’aspettativa di vita degli italiani, come pure le condizioni di salute di persone in condizione di particolare fragilità. A confermarlo l’aumento di alcune cause di morte rispetto alla media 2015-2019, come le demenze (+49%), le cardiopatie ipertensive (+40%) e il diabete (+40%).

«L'evidenza scientifica e l'emergenza Covid ci dicono che siamo a un punto di svolta per il Servizio sanitario nazionale: o cambiamo o saremo cambiati - dice Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene generale e applicata all'università Cattolica - La salute va rimessa al centro della politica, sicuramente con più risorse, ma anche con un ragionamento e una riflessione su come strutturarla». Secondo lui quindi occorre lavorare in particolare su sette punti nodali: il rapporto tra Stati e Regioni, quello tra medicina territoriale e ospedaliera, tra sociale e sanitario, tra pubblico e privato, la grande sfida tecnologica, le competenze professionali visto che «abbiamo il parco operatori sanitari più vecchio d’Europa».

La performance delle Regioni nella gestione della pandemia e stata molto disomogenea, lo testimonia la variabilità del numero dei contagi, del numero dei decessi e delle persone che hanno dovuto far ricorso all’ospedale e in particolare alle terapie intensive. Un monito per il futuro, sottolinea così il direttore scientifico dell’Osservatorio, Alessandro Solipaca, è ricordarsi che «l'emergenza sanitaria ha messo in contrapposizione gli scienziati con i politici, questo ha limitato l'efficacia delle azioni di contrasto alla pandemia influendo sui comportamenti dei cittadini che molto spesso non si sono mostrati collaborativi con le misure suggerite dagli esperti, contribuendo a una maggiore diffusione del virus».

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