venerdì 26 maggio 2023
Lo stop all'abbattimento sarà efficace fino al 27 giugno, termine ultimo per le parti per proporre motivi aggiuntivi, mentre l'udienza di merito è stata fissata per il 14 dicembre
 Il Tar sospende l'abbattimento degli orsi «JJ40» e «MJ5»

Ansa

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Il Tar di Trento ha sospeso anche l'ordinanza di abbattimento per l'orso Mj5, oltre a quella per l'orsa Jj4.

Secondo il Tar di Trento la pericolosità dell'orsa Jj4 non è stata pienamente accertata. "La misura dell'abbattimento consegue all'affermazione della pericolosità dell'animale, ma tale affermazione non trova spiegazione nell'impugnato decreto, né nei due pareri dell'Ispra" visto che "nel caso in esame non sono stati eseguiti seri accertamenti al riguardo", precisano i giudici amministrativi sospendendo l'uccisione degli orsi Jj4 e Mj5. Lo stop all'abbattimento sarà efficace fino al 27 giugno, termine ultimo per le parti per proporre motivi aggiuntivi, mentre l'udienza di merito è stata fissata per il 14 dicembre.

L'orsa Jj4 è l'esemplare che lo scorso 5 aprila aveva ucciso il runner di 26 anni Andrea Papi nei boschi del Monte Peller sopra l'abitato di Caldes in Val di Sole, in provincia di Trento. Il primo decesso causato da un orso in Italia da oltre un secolo ha destato incredulità ma anche rabbia tra la comunità di montagna a conoscenza della presenza degli orsi in quella zona del Trentino. Il dibattito si è acceso anche sulla presenza degli orsi in Italia e sulla loro pericolosità.

I magistrati del tribunale amministrativo si sono riuniti in camera di consiglio collegiale giovedì per valutare nel merito la legittimità delle ordinanze di abbattimento del plantigrado firmate dal presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti.

Sul tavolo, assieme alla relazione dell'Ispra, vi erano anche le proposte avanzate delle associazioni animaliste, che insistono per il trasferimento dell'orsa in un santuario per animali. I giudici si sono espressi quindi anche sul provvedimento di prelievo riguardante l'esemplare Mj5, un orso maschio del peso stimato di oltre 300 chilogrammi che lo scorso 5 marzo ha aggredito in valle di Rabbi un'escursionista di 39 anni.

In occasione della sentenza, una cinquantina di animalisti ha manifestato nei pressi del Tribunale amministrativo regionale, chiedendo con striscioni e slogan l'immediata liberazione dei due orsi rinchiusi nel centro di Casteller e le dimissioni di Fugatti.



Nell'udienza i legali del Ministero dell'ambiente avevano rilevato come la gestione degli esemplari problematici sia "di esclusiva competenza della Provincia autonoma di Trento", riferendo come al momento non siano stati individuati spazi idonei ad accogliere l'esemplare. I difensori della Provincia di Trento, invece, si sono concentrati sulla legittimità dei provvedimenti sottoscritti da Fugatti, evidenziando l'assenza di altre soluzioni percorribili, dato che l'ipotesi di trasferimento non è prevista dalla normativa. Contestate anche le ricostruzioni di alcune associazioni animaliste, secondo cui le aggressioni potrebbero non esser state causate dagli orsi.

L'avvocata delle associazioni animaliste Enpa, Leidaa e Oipa, Valentina Stefutti, aveva già sottolineato come "il Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace) preveda tutt'altro" rispetto all'abbattimento.
Va ricordato che Jj4 è stata identificata come la responsabile dell'aggressione al giovane runner mediante le analisi genetiche disposte dalla Procura di Trento ed è stata catturata nella notte tra il 18 e il 19 aprile. Attualmente si trova in uno dei recinti per orsi del centro di Casteller.

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