mercoledì 11 maggio 2016
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«Siamo molto soddisfatti, è emersa una seria volontà di dialogo...». È il presidente della nuova Giunta dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo, uscendo dall’incontro pomeridiano col Guardasigilli Andrea Orlando, a dare l’idea di un clima di ritrovata distensione, dopo le polemiche dei giorni scorsi. «Ci auguriamo di aver rimesso sui binari giusti il dialogo tra politica e giustizia», aggiunge il vicesegretario dell’Anm Corrado Cartoni. Un rasserenamento ottenuto anche evitando di toccare i punti di frizione: «Non si è parlato né di referendum sulle riforme costituzionali, né di codice di autoregolamentazione », spiegano Davigo e Orlando. Di un confronto «utile e positivo» parla il ministro, facendo intendere che seguiranno altri momenti «tematici». In quello di ieri, che fa parte del 'giro' di presentazioni istituzionali dell’Anm (che si chiuderà il 30 maggio al Quirinale), Orlando ha chiesto alle toghe «un contributo per migliorare l’organizzazione degli uffici».

E si è parlato di «durata dei processi, organici dei magistrati, personale amministrativo, l’ordinamento giudiziario e funzionamento del Csm». In serata i vertici dell’Anm si sono spostati a Palazzo dei Marescialli per incontrare il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini. Un lungo incontro, dalle 19 alle 21, al termine del quale Davigo ha ribadito come, per la partecipazione dei magistrati alla campagna sul referendum costituzionale, «vale il nostro codice etico». Stamani Legnini vedrà il ministro Orlando per un confronto a seguito delle critiche a governo e riforme, attribuite dal Foglio al consigliere togato del Csm Piergiorgio Morosini (ma da lui smentite).

«Non c’è un problema che attiene alle valutazioni delle proprie opinioni – osserva Orlando –. Il punto è un altro e riguarda le valutazioni espresse sul funzionamento di alcuni organi di rilevanza costituzionale». Morosini, dice Legnini, «ha smentito l’intervista e ne prendiamo atto. Al ministro fornirò i chiarimenti richiesti». Intanto, in Senato si cerca una composizione nella maggioranza sull’allungamento della prescrizione previsto nel ddl di riforma penale. Ala cerca di mediare fra Pd e Ap, con un ddl presentato ieri da Ciro Falanga, in cui si propone che i processi per reati corruttivi siano celebrati prima degli altri, con una trattazione privilegiata che consenta di 'arrivare in tempi brevi' a sentenza.

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