sabato 9 maggio 2020
Accolto il ricorso del Governo contro l'ordinanza della Calabria che permetteva il servizio ai tavoli se all'aperto per bar e ristoranti
Il Tar: le norme anti-Covid spettano alla presidenza del Consiglio

Ansa

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Il Tar di Catanzaro ha accolto il ricorso presentato dal Consiglio dei ministri tramite l'Avvocatura generale dello Stato contro l'ordinanza del presidente della Regione Calabria Jole Santelli, del 29 aprile scorso, che consentiva il servizio ai tavoli, se all'aperto, per bar, ristoranti ed agriturismo.

I giudici amministrativi del capoluogo calabrese, annullando l'ordinanza Calabria, sottolineano che "spetta al Presidente del Consiglio individuare le misure necessarie a contrastare la diffusione del virus Covid-19, mentre alle Regioni è dato intervenire solo nei limiti delineati dall'art. 3". Per il Tar il contrasto tra l'ordinanza e il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri "denota un evidente difetto di coordinamento tra i due diversi livelli amministrativi, e dunque la violazione da parte della Regione del dovere di leale collaborazione tra i vari soggetti che compongono la Repubblica, principio fondamentale nell'assetto di competenze del titolo V della Costituzione".

Nel suo ricorso, predisposto dall'Avvocatura dello Stato, il governo sosteneva che l'ordinanza regionale contenesse alcune previsioni che "anticipano l'efficacia di disposizioni di allentamento delle misure restrittive di contrasto e contenimento del contagio da Covid-19 che il Dpcm del 26 aprile 2020 introduce solo a partire dal 4 maggio 2020". E inoltre "risulta emanata senza alcuna previa interlocuzione formale con il governo" e dopo "un iter istruttorio lacunoso, privo di alcuna argomentazione scientifica".

Dal suo canto, la Regione sosteneva la "inammissibilità del ricorso" del governo per difetto di giurisdizione", ritenendo che la controversia ricadeva nella competenza della Corte costituzionale, e rimarcava la "assoluta legittimità'" del provvedimento adottato dalla presidente Jole Santelli, definito "pienamente conforme ai principi di adeguatezza e proporzionalità, richiamati dal dl 19 del 2020 che richiedono di modulare le misure limitative di prerogative costituzionali al 'rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio'".

Intanto il presidente del Veneto, Luca Zaia, chiede "che il Governo si decida a dire qualcosa per il 18 maggio. E' fondamentale che i cittadini lo sappiano: i parrucchieri, i ristoranti eccetera non possono venire a conoscenza il 17 sera che riaprono l'indomani. Perché non funziona così". Zaia auspica che l'indicazione "sia chiara e in maniera programmata così che tutti noi ci si possa organizzare. Anche noi abbiamo un problema che è quello dei servizi della prevenzione".

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