giovedì 23 giugno 2016
​Martedì il Consiglio regionale della Puglia ha approvato, con un solo voto contrario, la legge che riconosce la funzione educativa, formativa, aggregativa e sociale degli enti ecclesiastici.
Oratori, patrimonio comune per legge
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Anche la Puglia ha una legge sugli oratori. Martedì il Consiglio regionale ha approvato, con un solo voto contrario, la legge che 'riconosce - si legge all’articolo 1 - la funzione educativa, formativa, aggregatrice e sociale svolta dagli Enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, dall’Ente Parrocchia, dagli istituti religiosi e dagli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato attraverso le attività di oratorio'. Con questa legge «non c’è solo il riconoscimento della funzione sociale ma anche la valorizzazione e il sostegno della funzione educativa delle attività di oratorio», commenta don Claudio Barboni, incaricato della pastorale giovanile per la Conferenza episcopale pugliese.

Passa l’idea che «non è solo una struttura che accede ai finanziamenti, ma un insieme di attività svolte per il beneficio del territorio, in particolare per i minori e le famiglie», prosegue Barboni, che ha fatto parte del gruppo di lavoro - condotto dal vescovo delegato Giovanni Ricchiuti - che ha seguito l’iter della legge e che è stato ascoltato dalla commissione consiliare competente. La stessa Conferenza «ha dedicato due sessioni all’argomento, sottolineando la funzione educativa degli oratori in sintonia con la nota pastorale della Cei 'Il laboratorio dei talenti'», precisa Barboni. Con la nuova legge le attività degli oratori entrano a pieno titolo nel sistema dei servizi alla persona e alla comunità. Parrocchie e istituti religiosi potranno presentare programmi, tra l’altro, «per la promozione della famiglia, per l’accompagnamento e il supporto della crescita armonica dei minori e dei giovani e per sostenere le responsabilità genitoriali».

Agli oratori, inoltre, gli enti locali potranno affidare in comodato d’uso gratuito «beni mobili e immobili di proprietà o confiscati per la rifunzionalizzazione e la finalizzazione per attività sociali e socioeducative». Per queste attività sarà sottoscritto un apposito protocollo con la Regione Ecclesiastica Puglia, «che comprende diocesi e province religiose, facendo emergere così un cammino comune di tutta la chiesa locale», spiega Barboni. La Regione Ecclesiastica Puglia, inoltre, parteciperà alla programmazione del piano triennale regionale delle politiche sociali. «Il beneficio principale della legge è che la Puglia si adegua alla legge nazionale », dice don Francesco Preite, direttore dell’oratorio 'Centro giovanile Redentore' dei salesiani di Bari, che ogni giorno impegna circa 250 ragazzi in attività ludiche, ricreative e di dopo-scuola. «La legge non solo riconosce gli oratori, ma gli permette di sedere ai tavoli dei piani sociali di zona e quindi delle politiche educative territoriali», continua. Prima non era così, «come se facessimo una cosa fuori dal mondo». Oggi finalmente «gli oratori possono contribuire al benessere dei cittadini e accedere ai finanziamenti pubblici». «Così si attua il principio di sussidiarietà, specie quella orizzontale, garantendo un dinamismo solidale e secondo giustizia», ha dichiarato l’assessore al Welfare, Salvatore Negro, che ha promosso l’iter della legge. «Esistono luoghi dove molte persone regalano il loro tempo agli altri», ha detto il Presidente della Regione Michele Emiliano. Il lavoro di attenzione condotto dalla chiesa locale non si ferma. «Abbiamo bisogno di capire quale modello di oratorio va bene per la Puglia, tanto che abbiamo avviato una piattaforma formativa per far circolare idee e valorizzare esperienze di oratorio in regione», conclude don Barboni.

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