Metabolizzata la sconfitta elettorale, in parte «già prevista», il premier Silvio Berlusconi torna in pubblico ostentando serenità sul suo futuro politico e su quello del suo governo. Soprattutto promettendo novità sia sul fronte del programma (la riforma fiscale) che su quello del partito. La verifica parlamentare di governo, richiesta da Napolitano, è stata fissata per l’ultima settimana di giugno: ma è una questione che non lo impensierisce affatto: «Non c’è nessuna preoccupazione, zero virgola zero». E l’asse di ferro con Bossi regge: «Va tutto bene, ci siamo sentiti anche a colazione». Nessun problema neanche con Tremonti. Il ritorno di Berlusconi a Roma dopo il viaggio a Bucarest lo ha visto immediatamente al lavoro. Nel pomeriggio ha riunito a Palazzo Grazioli i figli Marina, Piersilvio, Barbara e Luigi. Spiegando successivamente che l’argomento del colloquio con i familiari riguardava il lodo Mondadori e il colossale risarcimento a favore di De Benedetti a cui il gruppo è stato condannato. Subito dopo si è recato al Quirinale per prendere parte al ricevimento del 2 giugno. Il Cavaliere si è intratte- nuto un po’ a colloquio con il capo dello Stato. Poi non si è affatto sottratto alle domande dei giornalisti. La sconfitta, ha ammesso, «c’è stata». Tuttavia il presidente del Consiglio l’ha paragonata a una partita di calcio: «Siamo ancora 4 a 1 – ha detto riferendosi alle passate consultazioni vinte dal centrodestra – e la partita dura ancora due anni ». Aggiungendo: «Non c’è ancora la data del mio funerale». E, comunque, da parte sua non c’è alcuna ammissione di colpa per la sconfitta: «No, la mia condotta è stata super, non ho nulla da rimproverarmi ». Anzi, la responsabilità è, piuttosto, dei media ostili: «C’è stata una tenaglia impressionante di carta stampata, radio e tv contro di me. Non avevo nessuna tv a favore. Le reti Mediaset si sono tenute lontanissime e non hanno influito, le altre le avevo tutte addosso ». Tuttavia il segnale degli elettori è stato colto. Così sul fronte del programma, la priorità numero uno non sarà più la riforma della Giustizia, ma quella fiscale. Con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, finora severo difensore dei conti, richiamato all’ordine: «Non è lui che decide se aprire i cordoni della borsa... Lui può solo proporre». Battuta che era stata interpretata come una polemica. Ma in serata è giunta la secca smentita del premier: «Riconfermo piena fiducia nel Ministro Tremonti e sono sicuro che continueremo a lavorare bene insieme come abbiamo fatto sino ad adesso». Con un po’ di rammarico, Berlusconi ha dato un mezzo addio al piano per l’energia nucleare, in vista del referendum: «Rimango convinto – ha detto – che il futuro sia nel nucleare, ma se il popolo non lo vuole, mica possiamo obbligare la gente». Sul fronte del partito, invece, ha annunciato novità per oggi (ieri doveva riunirsi l’ufficio di presidenza del Pdl, ma la riunione è stata aggiornata a questo pomeriggio): «Ho idee – ha spiegato – molto chiare. Non voglio scontentare nessuno, credo che adesso bisogna stare tutti uniti, ma dobbiamo tornare ad avere una presenza sul territorio come era nel ’94». E, in tarda serata di ieri, è girato anche un organigramma, che prevede un giro di poltrone che interessa partito, Camera e governo: Alfano coordinatore unico, Cicchitto ministro della Giustizia, Lupi capogruppo e Scajola vicepresidente della Camera. Sulle primarie, però, proposte a gran voce da Giuliano Ferrara e sponsorizzate ormai da diversi esponenti del Pdl, conferma tutti i suoi dubbi: «Come si fa a sapere chi va a votare? E se la sinistra, che è militarizzata, cerca di far votare il candidato sbagliato? Io sono a favore di ciò che è espressione dell’opinione pubblica, ma guardate al centro sinistra: lì sono venuti fuori dei candidati che non sono del Pd, che, quindi, ha perso le primarie». Un paio di battute, prima di andar via, non senza aver salutato il padrone di casa Giorgio Napolitano. Su Scilipoti, l’esponente dei responsabili preso di mira da satira, giornalisti e opposizione: « Non toccatemi Scilipoti che è una persona deliziosa, corretta e piena di iniziativa ». Su un futuro politico dei figli: «Se vengo a sapere che qualcuno di loro ha questa intenzione, lo diseredo».