sabato 17 ottobre 2020
L’iniziativa della Regione Campania di chiudere le scuole fino al 30 ottobre e la stessa idea che serpeggia nelle eventuali scelte politiche di altre Regioni o città appaiono assurde ...
Ora giù le mani dagli alunni

Ansa

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L’iniziativa della Regione Campania di chiudere le scuole fino al 30 ottobre e la stessa idea che serpeggia nelle eventuali scelte politiche di altre Regioni o città appaiono assurde e senza alcuna base nei dati ufficiali che continuano, tramite il Ministero della Pubblica Istruzione, a rimandare a una situazione scolastica dove i contagi, non le malattie, sia degli alunni che degli insegnanti, sono a livelli assolutamente irrilevanti (al 10 ottobre, la percentuale di studenti contagiati era dello 0,080%, dello 0,133% per il personale docente e dello 0,139% per il personale non docente).

La scuola non è mai stata un focolaio virale o pandemico né tantomeno lo è tuttora, anche in relazione a una serie di disposizioni talmente rigide che ne rendono letteralmente impossibile un vero e proprio innesco. Disposizioni che peraltro non permettono a tanti alunni, specialmente ai più piccoli, di stare a scuola con tranquillità. Una scuola commissariata dal sistema medicosanitario che, in concreto, impedisce il movimento e ogni forma di relazione fra gli alunni. Inoltre, nei Nidi e nelle Materne le maestre devono portare la mascherina.

Pertanto, è impossibile che una situazione così drasticamente medicalizzata, al limite di un ospedale pediatrico, possa portare dei problemi alla popolazione. Il mio è un ulteriore appello, come tecnico dell’educazione e dell’apprendimento, affinché la politica rispetti il diritto dei bambini a crescere e ad avere la scuola. Hanno già sofferto tantissimo nel lockdown scolastico più lungo di tutti i Paesi del mondo – da febbraio a metà settembre –, non c’è bisogno di sacrificarli ulteriormente solo perché non votano, solo perché – come denuncio nel mio libro 'I bambini sono sempre gli ultimi' – sono l’anello più debole, dimenticato e invisibile della società. Sono contento stavolta sostenere la ministra Lucia Azzolina che, giustamente, in primis ha richiamato la necessità di non penalizzare e sacrificare i più piccoli e, recentemente, ha ribadito che le scuole non si toccano.

Dispiace che, in un contesto così drammatico, le Regioni possano andare per conto loro, senza alcun coordinamento più ampio che permetta di affrontare in maniera organizzata ed efficace la situazione che si è aggravata negli ultimi giorni. Senza le scuole, bambini e ragazzi rischiano danni molto gravi alla loro salute psichica, comportamentale ed emotiva. Non possiamo permettercelo. Guardiamo al nostro futuro con maggior coraggio.

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