martedì 21 novembre 2017
In vigore le multe (fino al carcere) per le persone che si appartano con le prostitute. Ramonda (Papa Giovanni XXIII): si traccia una nuova linea
Dopo Firenze ora anche Rimini punisce i clienti delle prostitute
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Rimini prova a liberarsi dalla cultura della prostituzione e dalla piaga vergognosa dello sfruttamento: mano pesante contro i clienti. Pubblicata ieri sull’Albo pretorio del Comune di Rimini l’ordinanza urgente per prevenire e contrastare lo sfruttamento della prostituzione sulla pubblica via, firmata dal sindaco Andrea Gnassi. In vigore dall’11 dicembre 2017 e fino al 30 aprile 2018, prevede l’arresto del cliente (o ammenda fino a 206 euro, fatto salvo che la condotta non configuri un più grave reato) e la segnalazione all’agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza.

L’ordinanza è sulla falsa riga di quella di Firenze e segue una precedente ordinanza sindacale del 2014 che aveva già portato ad un migliaio di contravvenzioni a clienti e prostitute. Anche il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, di recente aveva chiesto un intervento incisivo da parte dell’Amministrazione Comunale per arginare la terribile realtà di tante ragazze costrette a prostituirsi in strada. Nell’occasione, aveva proposto di cambiare il vocabolario: «Non sono prostitute, ma sono state prostituìte».

Il divieto ha validità nelle zone dove è più presente il fenomeno, tra i lungomari e la statale ma non solo. «In assenza di certezze da parte dello Stato – commentano dal Comune – crediamo indispensabile, cercare di attivare anche come Comune qualsiasi strumento contro un fenomeno odioso, caratterizzato peraltro da mille addentellati e altrettanti impatti negativi sulle città e i luoghi della quotidianità». Anche il presidente della Papa Giovanni XXIII, Giovanni Paolo Ramonda, applaude all’iniziativa. «Da Firenze a Rimini in Italia si sta tracciando una nuova linea: contrastare la schiavitù della prostituzione tramite la sanzione dei clienti del sesso».

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