mercoledì 1 aprile 2015

Oggi aprono le Rems. Commissariata la regione, «non è pronta». Orlando a Salvini: nessun rischio sicurezza.

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Gli Opg chiudono, ma non tutti subito. Un percorso graduale porterà nei prossimi mesi a mettere effettivamente la parola fine a «una vergogna italiana », come li definisce il ministro della Giustizia Andrea Orlando, inaugurando a Pontecorvo, in provincia di Frosinone, la prima delle quattro Rems (Residenze per l’esecuzione della misure di sicurezza) del Lazio. Nell’ultimo giorno in cui per legge sono ancora attivi i sei ospedali psichiatrici giudiziari, però, a tenere banco è, da un lato, la questione sicurezza dei cittadini per i 250 internati non pericolosi che torneranno in libertà e, dall’altro il caso Veneto. A buttare acqua sul fuoco, accesso su Facebook dal leader leghista Matteo Salvini, è lo stesso Guardasigilli che «invita ad evitare strumentalizzazioni », perché la dimissibilità di alcuni detenuti viene valutata «da un medico e da un magistrato» e, dunque, «non espone la collettività a rischi per la sicurezza», mentre i più pericolosi, «semplicemente, vengono ospitati da strutture più idonee ». Poco prima, infatti, l’eurodeputato aveva acceso la miccia considerando «una scelta pazzesca» il lasciar uscire 200 «folli pericolosi internati per violenze di ogni genere » senza pensare alle famiglie e alle vittime. «Una rappresentazione falsa e volgare» per la presidente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, Emilia De Biasi, a cui si affianca la difesa del ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «È una legge di civiltà». La reale messa in pratica sui territori comunque non è stata semplice, e ancora oggi solo dieci Regioni risultano pronte con il programma di superamento. Ad essere messo peggio è proprio il Veneto, ora al centro di un botta e risposta tra palazzi romani e enti locali. Ma andiamo con ordine. Il passaggio dall’ospedale psichiatrico giudiziario alle Rems per i 450 internati non dimissibili durerà circa due mesi, anche se il Dap ammette che «finora tutte queste richieste di reale accoglienza da parte delle Rems non arrivano». Così, quasi la metà delle sei strutture detentive per 'folli rei' del nostro Paese nelle prossime settimane rimarrà ancora aperta per consentire il trasferimento dei detenuti nei nuovi edifici per l’esecuzione delle misure di sicurezza non ancora ultimati. Poi gli Opg saranno riconvertiti in carceri, mentre le Rems diventeranno – assicura il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo – un luogo «non di esecuzione della pena, ma di cura e dove, soprattutto, non si avranno più ergastoli bianchi ». Anche se non va sottovalutata, aggiunge il senatore Ernesto Preziosi (Pd), «il ritardo riscontrabile anche nella selezione di personale infermieristico specializzato».Se il dopo Opg sarà lento e complesso, più immediato invece il commissariamento dell’unica regione – il Veneto – che non ha ancora previsto un piano alternativo per i cinquanta internati da oggi di sua competenza e, dunque, «non risulta in grado di prestare assistenza alle persone». Una versione, quella del ministero di Giustizia, che tuttavia rispediscono al mittente sia il governatore veneto Luca Zaia che l’assessore alla Sanità Luca Coletto, per cui i ritardi nell’attuazione del 'piano b' sugli Opg sono «imputabili al governo, se adesso vogliono scaricare le responsabilità hanno sbagliato indirizzo». I due amministratori locali, perciò, rivendicano la scelta di aver detto «no alle strutture inadatte e improvvisate » per la sicurezza dei cittadini e la dignità dei pazienti, ma puntano il dito contro la lentezza con cui i dicasteri guidati da Orlando e Lorenzin hanno dato il via libera al progetto della Rems di Nogara ( Verona). «Il piano è stato consegnato nel 2013 e approvato nel 2014 – precisa Coletto – e i fondi sono arrivati appena 15 giorni fa». Impossibile, insomma, inaugurare la struttura prima di due anni. Peccato che, a leggere le relazioni semestrali inviate dai ministeri Giustizia e Salute al Parlamento, si spiega che il Veneto ha dovuto più volte integrare il suo progetto e «solo i primi di settembre 2014 ha fornito tutti gli elementi prescritti».
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