giovedì 16 giugno 2016
Tempi più lunghi in Sicilia e Toscana Già 195 attendono di entrare nei Rems.
COMMENTA E CONDIVIDI
Quindici mesi dopo la chiusura formale dei sei Ospedali psichiatrici giudiziari, si compie un ulteriore passo verso lo smantellamento effettivo degli ex manicomi criminali: ieri, con il trasferimento degli ultimi due pazienti, è stato chiuso definitivamente l’ex Opg di Aversa, in provincia di Napoli. Che segue di pochi mesi quelle di Napoli Secondigliano e di Reggio Emilia. «La chiusura dell’Opg di Aversa è un fatto molto positivo » commenta Stefano Cecconi, portavoce della Campagna Stop Opg. A questo punto, mancano all’appello solo Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e Montelupo Fiorentino (Firenze) dove sono internate ancora una settantina di persone. Ad esprimere soddisfazione per la chiusura della struttura campana, è stato anche Michele Saccomanno, promotore e relatore dell’indagine sullo stato della psichiatria in Italia, svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, nella scorsa legislatura. Secondo Sac- comanno, siamo di fronte a «uno scatto di dignità che eviterà ergastoli bianchi», visto che il fenomeno degli Opg è «uno dei peggiori strumenti di tortura realizzati nella storia dalla giustizia italiana». «Fortunatamente non ci sono nuovi ingressi – sottolinea Cecconi, guardando allo scenario complessivo – ma c’è un grave ritardo da parte di alcune delle Regioni interessate che ancora non hanno attivato i servizi necessari per garantire il trasferimento degli internati in una struttura idonea». Tuttavia c’è un elemento che sta rallentando la chiusura definitiva delle ultime due strutture e che preoccupa non poco il Commissario unico per il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari, Franco Corleone. È il numero di quanti già attendono in fila per poter entrare in una Rems (le residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza): non quelli provenienti dagli Opg da chiudere, ma quelli inviati direttamente dalla magistratura e che devono attendere il proprio turno visto che, nelle attuali Rems attive, non ci sono neanche i posti per svuotare gli ultimi due Opg rimasti in piedi. E il numero dei destinatari di provvedimenti di misure di sicurezza provvisorie nelle Rems sta crescendo a vista d’occhio. Solo ai primi di marzo di quest’anno erano 116. Oggi, precisa Corleone, sono 195. «Ogni settimana, dai tribunali italiani arrivano dieci nuove misure di sicurezza provvisorie», spiega Corleone. Se non si interverrà al più presto per invertire il trend, il numero delle persone in lista d’attesa potrebbe raddoppiare e persino triplicarsi. «Il governo deve intervenire – sottolinea Corleone –. Al ministero della Giustizia stanno valutando questa cosa. Penso ci sia un’ipotesi di un emendamento ad un provvedimento al Senato». E aprire nuove Rems non basterà né ora né in futuro. Quello che è importante – sottolineano sia Cecconi sia Corleone – è agire sul 'rubinetto' : interrompere l’invio ingiustificato di persone nelle Rems. «La legge 81, che dispone il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari parla chiaro – sottolinea Cecconi –. Le Rems devono essere l’extrema ratio, i magistrati devono prima trovare soluzioni alternative, risposte sul territorio. E invece così non sta avvenendo». «Non stanno decollando le misure di sicurezza alternative, a causa di un atteggiamento troppo tiepido della magistratura» spiega il portavoce della Campagna Stop Opg. La vera sfida, aggiunge, è quella di costruire un’alternativa alla logica manicomiale. Ed è possibile farlo solo investendo sul potenziamento e la riqualificazione dei servizi socio-sanitari e di salute mentale del territorio, spesso in gravi difficoltà e con carenze. Malgrado la lentezza e le difficoltà, Corleone non nasconde comunque una punta di soddisfazione: «Stiamo dimostrando che la riforma può funzionare. I numeri ci dimostrano che si sta portando avanti un’attività terapeutica intensa e positiva». E il fatto che le Rems siano un luogo 'di cura' lo dimostrano anche le prime dimissioni arrivate in questi mesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: