mercoledì 28 aprile 2010
Si celebra oggi la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, promossa dall'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) per diffondere una cultura della prevenzione e del lavoro dignitoso in tutto il mondo. Ma in Italia si continua a morire.
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Si celebra oggi la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, promossa dall'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) per diffondere una cultura della prevenzione e del lavoro dignitoso in tutto il mondo.«Organizzare una risposta più efficace e convincente per prevenire e contrastare i rischi di incidenti e di insidie alla salute dei lavoratori non può esaurirsi nella ritualità dell'osservanza di direttive europee o nel ricercare le sinergie obbligate con le convenzioni e le metodologie derivate dalle expertise di grandi organizzazioni internazionali», afferma Claudio Lenoci, direttore dell'Ufficio Ilo per l'Italia e San Marino, in un intervento pubblicato sulla newsletter dell'Ilo Roma, dedicata appunto alla Giornata mondiale e in particolare al tema, proposto dall'Ilo per il 2010, dei "Rischi emergenti e nuovi modelli di prevenzione in un mondo del lavoro che cambia".«L'esperienza ad esempio dell'Ilo è importante - sottolinea Lenoci - se si considera il validissimo contesto di riferimento di norme internazionali e di best practices che da sempre l'agenzia specializzata dell'Onu per il lavoro ha sviluppato per aiutare tutti i paesi del mondo a prevenire e contrastare gli infortuni e le minacce alla salute sul luogo di lavoro. Ma né l'Ilo, né l'Unione europea risulteranno sufficienti - avverte - se ogni paese, da quello più industrializzato a quello meno sviluppato, non realizzerà una vera e propria politica della sicurezza. Una politica che comporti autentiche strategie innovative e coraggiose al tempo stesso per realizzare l'impegno di una visione diversa per imprenditori e sindacati, proiettata prima di tutto a conseguire la maturazione delle consapevolezze attraverso una formazione adeguata e finalizzata a prevenire i danni e le insidie alla salute dei lavoratori». «Nel nostro Paese, dopo tanti anni di dibattiti sterili e meramente celebrativi della giornata del 28 aprile, qualcosa finalmente si muove - dice Lenoci - sul versante delle iniziative legislative come su quello di un approccio più illuminato delle parti sociali. Non mi riferisco solo al Testo unico sulla salute e sicurezza sul luogo di lavoro varato nel 2007 e integrato due anni più tardi attraverso il varo di concreti provvedimenti attuativi, ma intendo richiamare altresì la validità della visione globale del paese quale sembra emergere da iniziative legislative forti sulla responsabilità delle imprese nel cui contesto trova sempre maggiore spazio il tema della sicurezza del lavoro».La vera sfida allora dei prossimi anni, in Italia, si misurerà soprattutto sulla capacità delle parti sociali di costruire il 'modello organizzativò invocato dalla legge 231 - spiega - non in una concezione meramente difensiva tesa tutta a schivare gli aspetti sanzionatori, ma a realizzare finalmente un salto culturale di politiche per un lavoro che non può essere dignitoso se non è fondamentalmente sicuro».
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