giovedì 25 luglio 2013
​Nella nuova formulazione, che è alla valutazione del Pd, verrebbe esclusa «la libera manifestazione di convincimenti che non istighi a odio o violenza» e salvaguardata l'attuale legislazione in materia di diritto di famiglia e libertà religiosa.
EDITORIALE Così il relativismo nega il vero pluralismo di Paola Ricci Sindoni
INTERVISTA/1 Gigli (Scelta Civica): «Non sia il pretesto per far saltare il matrimonio»
INTERVISTA/2 Preziosi (Pd): «Nel testo sia esplicitamente tutelata la libertà d'opinione»
Il Forum Famiglie: «Fare una legge in fretta è più pericoloso che utile» | La Giovanni XXIII: «Non occorre creare una categoria protetta»
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L’esame del disegno di legge sull’omofobia potrebbe anche slittare di qualche giorno, a beneficio del lavoro di un fronte ampio che lavora a una rivisitazione del testo. Le difficoltà che incontra la discussione sul "decreto del fare" - con l’ostruzionismo di M5S - probabilmente offre qualche spazio in più per una mediazione, rispetto all’approdo in aula inizialmente previsto per domani, che eviti l’effetto odioso di una discriminazione al contrario, con la perseguibilità in base alla legge Mancino - ad esempio - della mera difesa della famiglia fondata sul matrimonio (negando per converso l’introduzione delle coppie gay) o della mera enunciazione del portato della dottrina sociale della Chiesa. Il timore diffuso e trasversale nella maggioranza sui rischi dell’introduzione di un reato di opinione fa breccia anche nel Pd, che però continua a considerare un impegno d’onore il via libera prima delle ferie estive almeno di Montecitorio al provvedimento. I relatori Antonio Leone (Pdl) e Ivan Scalfarotto (Pd) continuano a lavorare - con minore esposizione mediatica - a una mediazione difficile che coinvolge innanzitutto i loro partiti di riferimento. Ancora ieri sera è arrivato all’esame di Scalfarotto un nuovo testo di mediazione proposto da Scelta Civica, concordato con una vasta area del Pd che esclude «la libera manifestazione di convincimenti od opinioni», in sostanza escludendo il reato di opinione «purché non istighino all’odio o alla violenza». Si cerca anche una formula che tenga al riparo i valori costituzionalmente garantiti della famiglia e della libertà religiosa, di modo che la difesa della normativa attuale non rientri nella previsione della nuova aggravante omofobica.«Il Pd si faccia carico di cambiare una norma che, con l’intento di evitare una discriminazione si trasforma in una legge bavaglio», chiede il deputato Alessandro Pagano, uno dei capofila, nel Pdl, alla battaglia contro questo testo. Nel suo partito, accanto ad esponenti di diverso segno che marcano il territorio (come Paolo Romani, che rivendica essere il suo «laicismo di buon senso» a favore del riconoscimento delle unioni gay) cresce un orientamento che considera doverosa una battaglia di minoranza alla Camera - con numeri del tutto avversi - per poi puntare a sovvertire gli equilibri al Senato, alimentando nel frattempo una campagna di opinione pubblica. È proprio l’estensione all’omofobia e alla transfobia degli effetti della legge Mancino ad essere considerata irricevibile. «Può creare effetti giurisprudenziali aberranti», avverte Maurizio Sacconi. Ma una rivisitazione alla radice del testo richiederebbe un rinvio della discussione che il Pd non è disposto a concedere.
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