lunedì 28 ottobre 2019
Ancora molti aspetti da chiarire, sia nella dinamica che nel movente della sparatoria. Anastasiya, la fidanzata del giovane ucciso, sarà interrogata di nuovo. In arrivo più controlli sul territorio
Il momento dell'arresto di Paolo Pirino, uno dei due fermati per l'omicidio di Luca Sacchi, portato nel carcere di Regina Coeli

Il momento dell'arresto di Paolo Pirino, uno dei due fermati per l'omicidio di Luca Sacchi, portato nel carcere di Regina Coeli

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Non è stata una disgrazia. Non è stato un colpo finito per errore in testa a Luca Sacchi. La «volontarietà dell'omicidio appare indiscutibile», scrive il giudice per le indagini preliminari Corrado Cappiello, che nell'ordinanza di custodia cautelare conferma la detenzione in cella di Valerio De Grosso, il giovane che ha sparato, e del compagno Paolo Pirino, i due 21enni romani accusati per l'omicidio del giovane. Dunque «la custodia cautelare in carcere appare proporzionata all'entità dei gravissimi fatti». La volontà di uccidere il 24 enne, istruttore in una palestra romana freddato la sera del del 23 ottobre in via Bartoloni a Roma, sembra per il momento l'unica cosa certa. Poco chiara l'esatta dinamica di quella che, all'inizio, sembrava solo una rapina finita nel peggiore dei modi. Ma ancora più vaghe appaiono le vere cause della tragedia.

A quanto stanno ricostruendo gli inquirenti i due ora in carcere non erano i soli spacciatori presenti. E la deposizione della fidanzata della vittima, la 25 enne di origini ucraine Anastasiya Kylemnyk che parla solo di rapina, non ha convinto affatto gli investigatori che la risentiranno nei prossimi giorni. La giovane non è indagata. Nello zaino la ragazza aveva una somma consistente, che quella sera ha mostrato, in mazzette di banconote da 20 e 50 euro, forse raccolti per un acquisto collettivo. Il sospetto è che si sia trattato dunque di una trattativa, degenerata nella violenza, per l'acquisto di un quantitativo di marijuana ben superiore all'uso personale. E ora si scopre che nel pub John Cabot c'era un giovane che potrebbe essere stato il contatto tra Sacchi e la rete degli spacciatori, un pregiudicato per reati inerenti agli stupefacenti amico intimo proprio della vittima.

Nell'ordinanza di convalida firmata dal gip si legge che è stato lo stesso Del Grosso dopo l'arresto a condurre gli investigatori a recuperare gli oggetti della rapina nei diversi luoghi in cui se n'è sbarazzato: un portatessere e un portafogli da donna con la patente di guida di Anastasia Kylemnyk; un guanto in lattice blu contenente un bossolo esploso dentro un tombino; uno zaino da donna; e infine la mazza da baseball di colore nero in metallo. Nessuna traccia per ora delle mazzette di banconote né tantomeno dell'arma del delitto. L'ordinanza contiene anche una descrizione dell'omicidio, così come riferito da un testimone oculare: l'aggressione ad Anastasia con la mazza, lo sparo contro Luca Sacchi da due metri di distanza. Il giovane, amico della vittima, era presente al momento dei fatti e ha dichiarato di aver raggiunto verso le 23 circa nei pressi del pub, i due, «per trascorrere assieme la serata». Il testimone, «allontanatosi di qualche passo per telefonare, notava giungere lungo via Bartoloni una vettura di colore grigio con strisce nere sui fianchi che parcheggiava a pochi metri di distanza da Luca e Anastasia». Dall'auto «scendevano due uomini entrambi con i capelli corti - prosegue il testimone - uno dei quali indossava una tuta ginnica di colore nero, l'altro di colore chiaro». Il secondo «reggeva in mano una mazza di colore nero. I due uomini gridavano alla ragazza di consegnare loro lo zaino che aveva a tracolla e, senza attendere la consegna, quello con la tuta chiara la colpiva violentemente alla testa con la mazza. Luca spingeva con forza l'assalitore, facendolo cadere; quindi quello con la tuta nera gli si avvicinava esplodendo, a un paio di metri di distanza, un colpo che attingeva Luca alla testa».

L'ordinanza ricostruisce dunque anche la presenza nel pub di un amico della vittima, con precedenti legati alla droga, in compagnia di Luca e Anastasiya. Un testimone ha riferito agli inquirenti di essere stato «incaricato da Valerio Del Grosso», lo spacciatore che poi ha sparato, «di verificare se persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare, come convenuto, della merce». Recatosi al pub, avrebbe incontrato il pregiudicato amico della vittima. Che ha poi confermato la sua presenza, ma ha negato di conoscere sia Del Grosso che il testimone. Al momento dello sparo si sarebbe allontanato subito, prima dell'arrivo dei carabinieri. E appare fragile dunque la ricostruzione di Valerio Del Grosso, fatta ad alcuni suoi amici poi interrogati:«Non volevo ucciderlo, il rinculo della pistola me lo ha fatto colpire in testa», avrebbe raccontato mimando il gesto con la mano.

Anche per il questore Carmine Esposito l'omicidio di Luca Sacchi è una vicenda «drammatica e più complessa di quello che appare», come ha detto annunciando nuovi controlli: «Questa settimana - ha detto - inizierà il nostro lavoro in alcune zone della città. Dobbiamo attivare meccanismi di contrasto differenziati sul territorio, con diversi orari di intervento e diverse forze che intervengono».


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