martedì 10 agosto 2010
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Non solo i politici, anche gli esperti si dividono su gli Ogm. Chi pensa che possano rappresentare notevoli rischi per l’uomo è Manuela Giovannetti, docente di Microbiologia e preside della facoltà di Agraria di Pisa. Per l’esperta i problemi nascono dalla presenza nel corredo genetico della pianta di geni per la resistenza agli antibiotici. La Giovannetti ricorda come anche la Fao e l’Oms avessero in passato evidenziato il pericolo della diffusione di questi tipi di geni nell’ambiente attraverso le coltivazioni Omg. «La preoccupazione – dice la docente – deriva dal fatto che ci sono pochi antibiotici che non abbiano già dato luogo alla formazione di organismi resistenti e diffondere nell’ambiente geni che danno ulteriori resistenze potrebbe essere deleterio».Anche Marco Buiatti, docente di Genetica all’università di Firenze, sottolinea l’inutilità scientifica dei prodotti geneticamente modificati e finora realizzati: «La tecnologia usata è fallimentare, visto che dal ’96 ad oggi questo tipo di ingegneria genetica ha funzionato solo su quattro piante (mais, soia, cotone e colza) e su due geni (resistenza agli erbicidi e resistenza ai parassiti). Il professor Buiatti osserva inoltre come «i pezzi di Dna inseriti nelle piante non siano controllabili e come non si sappia in anticipo quali interazioni possono svilupparsi tra il gene nuovo e il metabolismo della pianta. Nel nostro laboratorio – conclude il docente – abbiamo verificato che geni del sistema ormonale del topo hanno provocato reazioni imprevedibili nella pianta».
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