sabato 3 dicembre 2016
L'Italia al voto per il referendum costituzionale

L'Italia al voto per il referendum costituzionale

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Urne aperte, questa domenica, per 47 milioni di italiani. Si voterà dalle 7 alle 23. Si chiude così - anche se si illude chi pensa che da domani si volterà pagina, visti i tanti nodi ancora da sciogliere, in qualsiasi caso - una delle campagne elettorale più roventi che si ricordi. Che passerà alla storia, rispetto ad altre consultazioni su temi di più immediata percezione, per la capacità manifestata dal Paese di spaccarsi sul funzionamento del bicameralismo perfetto. La tempesta perfetta, si potrebbe ironizzare. E chissà se sia più il segno negativo, questo, di un Paese capace ormai di guerreggiare su tutto, o viceversa, in positivo, non si debba parlare di una sensibilità collettiva ritrovata circa le regole della convivenza e del bene comune.


Italiani afflitti dal mal di testa per ben 47 articoli coinvolti nelle modifiche, ma l’idea di "spacchettare" è stata bocciata perché una riforma di questa portata, si è detto, va giudicata in blocco, prendere o lasciare. A tenere banco nel dibattito il nuovo Senato, il tema dei risparmi, i nuovi rapporti Stato-Regioni, assieme all’ormai noto "combinato disposto" con la legge elettorale. Un dibattito che dura da anni, culminato il 12 aprile scorso col voto finale del Parlamento, passando per 5.600 votazioni tra Camera e Senato, che hanno portato alla fine a 122 modifiche. Negli ultimi giorni - al di là degli appelli a stare al merito delle questioni - ha ripreso forza anche la valutazione sul "dopo", su quello che sarà - in base all’esito - il futuro del governo, sulle leggi elettorali da varare (o completare) e sulla reazione dei mercati, anche sulla scia dell’interesse mostrato dai grandi organi finanziari, che seguiranno con inviati e corrispondenti, ora, l’esito del voto.


Chissà quanto di questo dibattito è arrivato anche oltre frontiera. Sono già in Italia le schede degli italiani all’estero, altro tema caldo, questo, su cui cui si è scatenata la polemica per le possibili crepe nel meccanismo di espressione del voto, e sul trasferimento delle schede, già ammassate, ora, a Castelnuovo di Porto. Con un primo quesito da sciogliere, che potrebbe anche risultare decisivo: quanti dei quasi 4 milioni di aventi diritto, alla fine, avranno fatto arrivare il loro "verdetto" dall’estero.
Un po’ di dati. Sono precisamente 46.714.950 gli elettori chiamati alle urne, 22.465.280 uomini e 24.249.670 donne. Lo scrutinio inizierà subito dopo le 23, una volta esperite le formalità relative ai ritardatari ancora in coda. Gli exit-poll, in ogni caso, dopo le recenti defaillance, dovrebbero avere stavolta vita breve: in poche ore nel corso della notte dovrebbero essere soppiantati dai dati reali.


Gli sfollati di Norcia voteranno in una tensostruttura piazzata nel campo sportivo. Per Cascia i 5 seggi sono concentrati nella vicina Roccaporena, in una struttura in cemento armato della diocesi. Preci ha il suo unico seggio in una struttura in legno di proprietà di un’associazione non profit. Potranno votare nei comuni dove sono stati alloggiati dopo il sisma, infine, i 450 terremotati che risiedono a Perugia, Terni, Magione e Corciano. Ma si apre un caso per volontari e fuori sede, che speravano di poter votare nei centri in cui prestano servizio. Ma a quanto pare non sarà possibile, con l’eccezione delle sole Forze dell’Ordine.

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