mercoledì 3 novembre 2010
La ripresa economica «ha rallentato il suo passo rispetto all'inizio dell'anno» con una crescita tra il 2,5 e il 3% per il 2010, che però sarà più «debole» nell'Eurozona dove sia quest'anno che nel 2011 si fermerà al +1,5/2%. Lo sottolinea l'Ocse, in un'analisi formulata in vista del G20 di Seul della prossima settimana, in cui si evidenzia anche che «il debito pubblico nella maggior parte dei Paesi Ocse ha toccato i livelli massimi da sempre».
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La ripresa economica «ha rallentato il suo passo rispetto all'inizio dell'anno» con una crescita tra il 2,5 e il 3% per il 2010, che però sarà più «debole» nell'Eurozona dove sia quest'anno che nel 2011 si fermerà al +1,5/2%. Lo sottolinea l'Ocse, in un'analisi formulata in vista del G20 di Seul della prossima settimana, in cui si evidenzia anche che «il debito pubblico nella maggior parte dei Paesi Ocse ha toccato i livelli massimi da sempre». Di qui l'invito ai governi «a bilanciare la ripresa con il consolidamento fiscale» per rientrare da deficit che in alcuni Paesi sono orami "insostenibili". Nell'area Ocse il prossimo anno la crescita è stimata tra il 2 e il 2,5% per poi salire al 2,5/3% nel 2012. Tassi più alti di crescita sono previsti per gli Stati Uniti con un pil in aumento quest'anno del 2,5/3%, nel 2011 dell'1,75/2,25% e nel 2012 del 2,75/3,25%. L'ultima analisi del'Ocse è quella per il Giappone dove la crescita è stimata quest'anno tra il 2,75 e 3,25%, tra l'1,5% e il 2% nel 2011 e tra l'1 e l',5% nel 2012.Presentando il documento il segretario generale dell'Ocse Angel Gurria ha osservato che «semplicemente stabilizzare il debito richiederà nella maggior parte dei Paesi uno sforzo storico di consolidamento tra il 6 e il 9% del Pil». Tuttavia, ha aggiunto «è necessario riportare il debito a livelli sostenibili».La crisi economica mondiale, inoltre, ha lasciato «in eredità un'alta disoccupazione, che rischia di diventare di lunga durata», sottolineando la necessità di «riforme strutturali» come «la riduzione delle imposte eccessivamente elevate sul lavoro» per far fronte a questo problema.
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