giovedì 8 luglio 2021
Dopo l'allarme dei soccorritori sull'esaurirsi delle scorte di cibo e sulle condizioni "allo stremo", alla nave umanitaria è stata assegnata ieri sera la destinazione siciliana
Attraccata ad Augusta l'Ocean Viking con 572 a bordo

Flavio Gasperini/SOS Mediterranee

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Venerdì mattina è attraccata ad Augusta l'Ocean Viking con a bordo 572 migranti salvati in sei diverse operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale, tra cui molte donne e minori. A bordo il personale medico dell'Usmaf effettua i controlli sanitari e tutti i profughi vengono sottoposti al tampone. I minori saranno trasferiti in centri di accoglienza, mentre tutti gli altri dovrebbero essere imbarcati su una nave quarantena.

"Se non si trova una soluzione entro stasera, la Ocean Viking dovrà cercare riparo a est della Sicilia domani. Assegnare rapidamente un luogo sicuro alle persone salvate in mare, non è solo un obbligo morale, è un dovere legale. Chiediamo agli stati membri dell'Unione europea di mostrarsi solidali e di sostenere gli stati costieri. Le autorità marittime non possono lasciarci ancora in queste condizioni terribili. Occorre trovare una soluzione subito". Così in una nota Luisa Albera, coordinatrice ricerca e soccorso di Sos Méditerranée a bordo della Ocean Viking in merito alla situazione delle 572 persone a bordo delle nave.

Un appello che è stato finalmente ascoltato: a sera l'agenzia Agi comunica che le autorità hanno assegnato alla nave umanitaria il porto di Augusta.

La situazione a bordo della Ocean Viking peggiora di ora in ora, aveva detto la coordinatrice, che aveva inoltrato ben cinque richieste di PoS (Luogo sicuro) alle autorità marittime competenti. "Tenere in attesa i sopravvissuti sul ponte della nostra nave, esposti al sole e alle intemperie, è disumano. Va oltre ogni immaginazione. Inevitabilmente, la tensione e la stanchezza sono al massimo a bordo dell'Ocean Viking".

"Ieri sera - si legge ancora nella nota - un uomo in forte stress psicologico si è buttato in mare. Ha spiegato il suo gesto disperato dicendo che avrebbe potuto resistere se avesse saputo quando lo sbarco sarebbe avvenuto, ma che 'non poteva più sopportare l'incertezza'. I team medico e di supporto osservano un aumento del disagio psicologico e della stanchezza tra le donne, i bambini e gli uomini a bordo. Uno dei due minori disabili mostra segni di crescente rigidità del corpo a causa della riduzione dei movimenti fisici e ha dovuto essere trasferito all'ambulatorio medico durante la notte. Una nave è per definizione un mezzo temporaneo di trasporto verso un luogo sicuro per le persone salvate in mare. Trattenere le persone su una nave per un periodo di tempo prolungato, quando hanno appena vissuto un'esperienza vicina alla morte in mare, è aggiungere violenza e sofferenze inutili ed evitabili".

Flavio Gasperini/SOS Mediterranee

Dopo sei operazioni di salvataggio nelle regioni di ricerca e soccorso maltesi e libiche da giovedì scorso (1 luglio), l’equipaggio si sta prendendo cura di 572 sopravvissuti, tra cui 183 minori (due con disabilità), che hanno urgente bisogno di approdare in un luogo sicuro, a terra. Sale la tensione e restano in un limbo di attesa le 572 persone salvate dalla nave Ocean Viking in poco più di 72 ore - e con loro tutti i membri dell'equipaggio che aspettano di vedersi assegnare un porto sicuro.

La nave di soccorso noleggiata dall'organizzazione civile marittima e umanitaria Sos Mediterranée ha soccorso i naufraghi in difficoltà nel Mediterraneo centrale, nella totale assenza di coordinamento da parte delle autorità marittime. Una situazione che in quel lembo di mare tra la Libia e l'Italia e Malta continua a ripetersi da anni senza alcuno segno di discontinuità: "Le condizioni meteorologiche nei giorni scorsi sono state pessime e adesso il caldo è veramente intenso. Le scorte di cibo stanno per finire: è per questo che chiediamo un immediato porto di sbarco". Sono le parole di una soccorritrice di Sos Méditerranée Italia a bordo della Ocean Viking in un video pubblicato dalla ong su Twitter.



"Ci sono tantissime persone a bordo, 572 naufraghi salvati negli ultimi soccorsi: queste persone sono allo stremo delle loro forze sia psicologiche che fisiche. Hanno subìto diverse violenze e torture in Libia e quindi le loro condizioni erano già precarie al momento del soccorso", spiega ancora la soccorritrice che ricorda come a bordo, oltre a donne e uomini, ci siano "moltissimi bambini".
Da Malta, Italia e istituzioni europee tutto tace, fatta eccezione per un intervento del portavoce della Commissione europea che richiama gli Stati membri alle loro responsabilità.
Sulla valutazione legale su cosa può succedere a bordo della nave Ocean Viking la responsabilità dipende dalla posizione dell'imbarcazione, "ovviamente ci aspettiamo che i Paesi membri rispettino i diritti umani in tutte le circostanze" così è intervenuto Adalbert Jahnz, portavoce della Commissione europea, nel briefing quotidiano con la stampa. "Al momento la situazione è che un porto sicuro è stato richiesto e ora dipende dagli Stati membri seguire gli obblighi internazionali, questo non è di competenza della Commissione. Solitamente - ha aggiunto il portavoce - riceviamo richieste di ricollocamento una volta che le persone sono sbarcate".

Flavio Gasperini/SOS Mediterranee

Chi sono i sopravvissuti a bordo della Ocean Viking

Nella notte tra domenica e lunedì, nel buio pesto e dopo quattro ore di ricerca, la squadra di soccorso di Sos Mediterranée aveva trovato una barca di legno precedentemente individuata dall'aereo Colibrì 2 di Pilotes Volontaires. 369 fra uomini, donne e bambini erano stipati su una grande barca di legno che rischiava di rovesciarsi. "Le nostre squadre non avvistavano da diversi anni queste grandi imbarcazioni di legno lanciate dalle coste della Libia". In quella stessa notte di domenica una donna aveva dovuto essere trasportata su una barella per essere evacuata dalla barca su cui si trovava. In una seconda operazione di soccorso che aveva portato al salvataggio di altre 71 persone da un'altra barca di legno sovraffollata nelle prime ore di domenica mattina, quattro persone avevano dovuto essere trasportate in barella dal loro natante alla Ocean Viking.
Alcuni sopravvissuti a bordo della Ocean Viking hanno raccontato - come riporta il Redattore sociale - ai soccorritori le violenze inimmaginabili subite in Libia. "Ci sono troppe torture in Libia" ha raccontato una donna di 36 anni del Camerun. “Sono riuscita a fuggire da un centro di detenzione con mia figlia alle 3 del mattino di sabato. Avevamo passato lì otto mesi. Le milizie ci hanno trattato come spazzatura, come merce. Ci hanno violentato". Anche un beninese di 23 anni, ha parlato di ripetuti abusi fisici e sessuali. "Sono stato rapito quando sono arrivato in Libia. Ho passato due mesi nei centri di detenzione. Sono stato torturato da gennaio. Mi hanno picchiato fino a rompermi una gamba. Stanno violentando tutti. Ho passato quattro giorni senza mangiare e senza bere".

Flavio Gasperini/SOS Mediterranee

Va ricordato inoltre che tra i salvati da Ocean Viking ci sono anche due minori disabili. Erano anche loro con la sedia a rotelle su quelle imbarcazioni di legno. Hanno 10 e 15 anni, patologie fisiche e mentali. Sono scappati dalla Libia per curarsi. La responsabile del team medico a bordo della Viking, Francisca ha spiegato al Redattore sociale che assolutamente “il ponte della nave non è un luogo adatto alla loro condizione, poiché hanno bisogno di cure specifiche”. Quello dei due ragazzi con disabilità salvati in mare da Ocean Viking non è, infatti, un caso isolato. L’Alto Commissariato Onu per i rifugiati ne parla come un fenomeno preoccupante, e in crescita, legato anche all'emergenza da Covid-19, che sta portando i migranti con vulnerabilità a cercare di arrivare in Europa via mare.

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