martedì 30 luglio 2013
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​Nessun dettaglio perché «non voglio dare adito a speculazioni». Ma la conferma che il governo dopo l’estate presenterà un «importante piano» di privatizzazioni taglia-debito. Il presidente del Consiglio Enrico Letta da Atene torna sul tema delle vendite di Stato dopo l’accelerazione del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni sulla valorizzazione del patrimonio pubblico, grandi aziende comprese.«Anche l’Italia è fortemente impegnata in processi di liberalizzazione e presenteremo in autunno un piano di privatizzazioni», ha detto il premier nella conferenza stampa congiunta con il premier greco Antonis Samaras. «Ora non sono in grado di dire che cosa e quanto, ma «ci lavoreremo tra agosto e settembre» e «ne discuteremo con tutti», ha spiegato Letta. Ha poi aggiunto di avere «già cominciato a parlarne con i sindacati», molto preoccupati dall’ipotesi che si possa mettere mano anche ai "gioielli di famiglia", Eni e Enel e Finmeccanica. Riguardo ai colossi industriali più che una vendita diretta Saccomanni ha ipotizzato un utilizzo delle quote come collaterale (garanzia) per i titoli di Stato. Ma prima di tutto il governo, secondo le linee guida del Tesoro, punta a valorizzare e dismettere i beni del Demanio, e ha già individuato un portafoglio di immobili disponibili del valore di circa 600 milioni. Solo la Difesa ha 1.600 immobili inutilizzati. Nel mirino c’è poi la miriade di società controllate dagli enti locali. Veicolo operativo per la cessione del patrimonio immobiliare sarà la società di gestione del risparmio Invimit, guidata da Elisabetta Spitz.

Se il piano per tagliare il debito pubblico arriverà dopo l’estate, già nei prossimi giorni il governo dovrà sciogliere il nodo Imu. Dopo gli incontri tecnici, in settimana potrebbe essere convocata la "cabina di regia" governo-maggioranza dove Saccomanni presenterà una proposta di mediazione sulla tassazione immobiliare. Per il 2013 potrebbe esserci una soluzione ponte mentre l’intervento strutturale potrebbe essere formalizzato nella legge di stabilità. Lo scoglio maggiore riguarda la prima casa: il Pdl vuole abolirla e chiede anche uno sgravio per gli immobili strumentali d’impresa. Anche gli immobili dati in locazione potrebbero godere di un’aliquota ridotta. Il Pd chiede agevolazioni anche per gli affittuari e sollecita Saccomanni a portare al tavolo «una proposta su cui chiudere» evitando nuove fibrillazioni politiche. Intanto anche i sindaci sono sul piede di guerra per l’intenzione del Tesoro di tagliare altri 700 milioni ai Comuni per i mancati introiti proprio dell’Imu. «Senza una marcia indietro noi non presenteremo i nostri bilanci, ci commissarino tutti», è la sfida lanciata dal responsabile Anci in Lombardia Attilio Fontana, dopo un vertice con il presidente Pietro Fassino.

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