mercoledì 2 gennaio 2013
​Intesa sancita nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato-Regioni per l'applicazione delle norme in materia di accoglienza sanitaria a cittadini stranieri e comunitari.​ Definiti i percorsi di accesso e di erogazione delle prestazioni sanitarie sui Lea.
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​Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, sottolinea - dopo il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel quale il capo dello Stato ha ricordato come un Paese solidale deve avere cura "dei soggetti più deboli, garantendoli dal timore della malattia e dell'isolamento" - l'importanza dell'Accordo sancito nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato-Regioni per l'applicazione delle norme in materia di assistenza sanitaria a cittadini stranieri e comunitari.L'Accordo reca il titolo "Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane". Il ministro Balduzzi spiega che esso va nella direzione dell'accoglienza di "chi arriva in Italia per cercare protezione da profugo o lavoro da immigrato e offrendo l'apporto di nuove risorse umane per il nostro sviluppo", così come affermato dal presidente Napolitano.Si è reso necessario realizzare iniziative più efficaci per garantire una maggiore uniformità, nelle Regioni e nelle Province autonome, dei percorsi di accesso e di erogazione delle prestazioni sanitarie, di cui al decreto del presidente del Consiglio dei ministri sui Livelli essenziali di assistenza (Lea).  Balduzzi spiega che si è dovuto "raccogliere in un unico strumento operativo le disposizioni normative nazionali e regionali relative all'assistenza sanitaria agli immigrati, anche al fine di semplificare la corretta circolazione delle informazioni tra gli operatori sanitari, poichè  sul territorio nazionale è stata riscontrata una difformità di risposta in tema di accesso alle cure da parte della popolazione immigrata, che può essere in contrasto con l'art. 32 della Costituzione". Tale accordo è la conclusione di un percorso avviato da oltre quattro anni sia con ricerche specifiche, come quella coordinata dalla Regione Marche e quella dell'Area sanitaria della Caritas di Roma, sia all'interno del Tavolo interregionale "Immigrati e servizi sanitari" presso la Commissione salute della Conferenza delle Regioni e P.A. (documento approvato nel settembre 2011). Non si tratta di una nuova legge, ma del livello interpretativo delle norme esistenti. Infatti taluni ambiti sono già applicati da alcune Regioni e nella Pubblica Amministrazione. L'accordo prevede tra l'altro l'iscrizione obbligatoria al SSN dei minori stranieri anche in assenza del permesso di soggiorno e il prolungamento del permesso di soggiorno fino al compimento del primo anno del bambino alle donne extracomunitarie in stato di gravidanza. Finora al compimento del sesto mese dopo il parto le donne e il bambino venivano espulsi dall'Italia. Il ministero della Salute nel recente riparto dei fondi destinati ai cosiddetti obiettivi di piano ha previsto una cifra vincolata di 30 milioni di euro per la tutela della salute degli stranieri extracomunitari privi di permesso di soggiorno. Il ministro Balduzzi a questo proposito dichiara: "Si tratta di iniziative che concretizzano l'art. 32 della Costituzione, perché nessuno sia escluso dai percorsi assistenziali in un'ottica di equità e di giustizia".
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