domenica 9 agosto 2020
Pugni e spray urticante mentre vanno al lavoro. Lo hanno raccontato ai volontari di Intersos. C'è preoccupazione tra le forze dell'ordine che invitano a venire a denunciare.
Foggia, sei nuove aggressioni a immigrati. «Adesso abbiamo paura»

Ansa

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Continuano a crescere in modo preoccupante le notizie su aggressioni agli immigrati a Foggia. E sale l’attenzione delle forze dell’ordine. Dopo il ragazzo ferito da colpi di pistola a pallini e dopo le storie raccolte dalla Caritas diocesana, emergono altre sei violenze registrate proprio in questi giorni dai medici e dagli operatori di Intersos. Storie inquietanti, raccontate dopo gli articoli di Avvenire, ma ancora non arrivate alla denuncia. «Li stiamo spronando a farsi avanti – ci spiega Alessandro Verona, referente medico dell’unità migrazione di Intersos Italia - ma ci dicono "che lo faccio a fare, tanto non mi ascoltano". C’è sfiducia, sensazione di essere abbandonati, anche se proprio la denuncia delle aggressioni a sassate un anno fa ha poi permesso di individuare e arrestare i responsabili». Alessandro lo sa bene, fu lui a raccontarci quei gravissimi episodi nel luglio 2019 e anche oggi ci riferisce sul nuovo clima di violenze. «È come se si fosse riaccesa la miccia di un anno fa, sempre d’estate. E non c’entra il Covid, perché qui non ci sono stati casi tra gli immigrati. Piuttosto c’è una narra- zione che tende a demonizzarli».

Così c’è chi organizza veri e propri agguati. Con una gran faccia tosta. Infatti delle sei aggressioni avvenute tra il 23 luglio e il 3 agosto, e raccolte per ora da Intersos tra i braccianti che sta assistendo, ben cinque sono state commesse nella zona nord di Foggia, la stessa delle aggressioni a sassate del luglio 2019. E, incredibile, una delle vittime di quest’anno era stato aggredita anche lo scorso anno. Anche questa volta all’alba stava andando al lavoro sui campi. Ha visto un’auto che puntava su di lui e allora è fuggito abbandonando la bici che è stata schiacciata dall’auto. E un auto con due persone a bordo, una alla guida e una dietro, ritorna in varie aggressioni. L’auto, sempre la stessa, si apposta. Quando arriva un immigrato in bicicletta abbassano il finestrino e lo chiamano. Lui pensa che sia un’offerta di lavoro (così avviene) e si avvicina. Invece arriva un pugno o il lancio di acqua. In un caso addirittura spray urticante in faccia.

«Siamo molto preoccupati – ci dice ancora Alessandro Verona –. Non ci sono, per ora, gravi conseguenze fisiche, ma forse è peggio perchè le aggressioni sono ripetute. Abbiamo segnalato questi fatti alla Questura, sperando che gli immigrati decidano di farlo anche loro. Anche le aggressioni verbali contro gli immigrati del ghetto di Borgo Mezzanone, che ci sono tutto l’anno, sono aumentate. Sembra che ci sia stato uno sdoganamento delle violenze. E non vediamo reazioni della società e della politica». Sembra davvero una caccia all’immigrato, come nelle storie denunciate dalla Caritas. L’ultima che ci riferisce Verona è accaduta vicino alla villa comunale, proprio come quelle che ci hanno raccontate gli operatori diocesani. Ma in questo caso l’immigrato che stava andando a prendere l’autobus per recarsi al lavoro, è stato oggetto di un lancio di rifiuti.

Solo teppismo? Per le aggressioni a sassate dell’anno scorso, 4 in appena 10 giorni, contro 9 immigrati, due ventenni foggiani sono stati arrestati con le accuse di lesioni personali pluriaggravate, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. In altre parole, violenze aggravate da motivazioni razziste. E dopo un anno il clima sembra decisamente peggiorato. Da parte delle forze dell’ordine c’è un forte invito agli immigrati che hanno subito aggressioni e minacce a denunciare. Sono necessarie informazioni per poter individuare i responsabili. Lo dimostra quanto accadde un anno fa, quando i precisi racconti delle vittime delle sassate, oltre alle immagini delle telecamere, permisero di individuare e arrestare i due giovani responsabili. Ma si punta anche alla prevenzione, così su indicazione del prefetto, Raffaele Grassi è stata disposta una ulteriore intensificazione dei controlli di polizia nel territorio dove sono avvenute le aggressioni e nelle località dove maggiore è la presenza di immigrati.

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