Il Governo tiene d’occhio la situazione giapponese, ma tira dritto. L’opposizione lo invita a fermarsi. Mentre le Regioni quasi in blocco fanno sapere che sul loro territorio le centrali atomiche proprio non le vogliono. E le associzioni ambientaliste incalzano sulle fonti rinnovabili. Con il crescere dell’allarme che viene da Oriente, sale anche da noi la polemica su un argomento che già prometteva di avvicinarsi alla soglia di fusione per gli appuntamenti referendari previsti a giugno. Antonio Di Pietro brandisce il voto come una sciabola e chiede al governo di «rivedere immediatamente» la decisione. La segreteria del Pd dal canto suo ritiene che «sarebbe da irresponsabili se il governo italiano, unico al modo, non sentisse il bisogno di fare almeno una pausa di riflessione». E chiede la sospensione dell’esame dei decreti per la localizzazione dei siti e allo stesso tempo di sbloccare gli investimenti per la energie da fonti rinnovabili, modificando il decreto del ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani. Non si tratta di reazioni emotive, taglia corto il segretario Pier Luigi Bersani. Dal Pd, che porterà le tematica del nucleare al question time di oggi a Montecitorio, arrivano anche accuse di «dilettantismo» all’esecutivo, visto che era assente nelle Commissioni Ambiente e Attività produttive, denunciano i capigruppo del Pd nei due organismi Raffaella Mariani e Andrea Lulli. E proprio i ministri di questi due settori sono in prima linea nel difendere le proposte governative. «È inimmaginabile tornare indietro su un percorso già attivato», dichiara Romani al termine dell’incontro straordinario convocato da Bruxelles sull’emergenza. A poche ore dalla nuova esplosione che ha scosso la centrale di Fukushima e diffuso materiale radioattivo nell’atmosfera il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, sottolinea che l’Italia non ha cambiato idea sul nucleare contando che «nel referendum di giugno gli italiani non votino sull’onda dell’emotività». Bisogna «spiegare cos’è il nucleare perché l’Italia ha davvero un’opportunità avvalendosi delle tecnologie più innovative, 100 volte superiori a quelle del Giappone».Poi aggiusta il tiro: il governo «non è né cieco né sordo» rispetto alle notizie che arrivano dal Sol Levante, assicurando di avere «a cuore la sicurezza dei cittadini». Parole che vanno in consonanza con la posizione del ministro della Salute Ferruccio Fazio, il quale sottolinea come «dal governo c’è una grande attenzione a quanto sta avvenendo », aggiungendo di ritenere che «insieme con l’Europa ci sia tutto il tempo e la tranquillità per fare una serena considerazione». Dicono un «no» quasi corale le Regioni, alle quali un recente intervento della Corte Costitizionale ha attribuito il diritto al coinvolgimento in materia, anche se solo a carattere consultivo e non vincolante. Solo quattro le favorevoli, pur con dei distinguo: Lombardia, Piemonte, Campania e Veneto. Ma il governatore di quest’ultima, Luca Zaia, precisa: «Il Veneto non ha le caratteristiche necessarie per ospitare una centrale nucleare, per cui fino a quando ci sarò io sarà sempre no a questa ipotesi». Il collega della Lombardia Roberto Formigoni fa notare che le centrali del Giappone «sono di antichissima generazione». Gian Carlo Muzzarelli, assessore alle Attività Produttive e Piano Energetico dell’Emilia Romagna, ricorda che «in due anni, con le rinnovabili è stata prodotta energia pari ad una centrale nucleare: noi continuiamo per quella strada». Intanto, in attesa di essere ricevute oggi pomeriggio dalla Prestigiacomo, le principali associazioni di settore delle energie rinnovabili (Anie, Aper, Anter, Vera online e Asso Energie future) fanno sentire la protesta insieme a Wwf e Legambiente. Quest’ultima, anticipando alcuni dati dal rapporto Comuni Rinnovabili 2011, prova a confutare il tentativo del governo di sostenere l’inadeguatezza delle fonti pulite, settore che «nel 2010 ha avuto un vero e proprio boom, coprendo il 22,1% dei consumi elettrici italiani. E, se sostenuto adeguatamente, potrebbe arrivare al 35% nel 2020», afferma il responsabile Energia del sodalizio Edoardo Zanchini.