martedì 13 gennaio 2015
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​Durante il suo "novennato" ha nominato cinque presidenti del Consiglio: Romano Prodi nel 2006, Silvio Berlusconi nel 2008, Mario Monti nel 2011, Enrico Letta nel 2013 e Matteo Renzi nel febbraio 2014. Giorgio Napolitano, venne eletto alla quarta chiamata con 543 voti, il 10 maggio 2006. Un mese prima Romano Prodi e il centrosinistra avevano vinto le elezioni. Il secondo governo del professore segnò i primi 2 anni di settennato. Ci fu poi l'era Berlusconi: il quarto governo del Cavaliere accompagnò la presidenza Napolitano per oltre 3 anni, dal maggio 2008 al novembre 2011. Basta ricordare questo passaggio secco tra Prodi e Berlusconi per capire perchè Napolitano chiarì subito la sua volontà di essere super partes. Anche perchè la sua presidenza partì in un clima di sospetti: è stato infatti il primo capo dello Stato ex Pci eletto coi voti del solo centrosinistra. 2006 L'anno inizia con una navigazione tranquilla anche se l'esecutivo Prodi rimase sempre ad alto rischio di incidente per la maggioranza risicata ottenuta al Senato. Il 17 maggio Romano Prodi giurò al Quirinale. Fu l'anno delle visite all'estero. Vide nel 2006 il presidente americano George W.Bush. Uno dei suoi primi atti di una certa rilevanza mediatica fu la grazia a Ovidio Bompressi. Nei ricordi degli italiani rimane impressa la sua partecipazione ai mondiali di calcio in Germania vinti dagli azzurri. 2007 Napolitano cerca di evitare le elezioni dopo la caduta di Prodi dando un incarico esplorativo al presidente del Senato Franco Marini senza alcun esito. Il 24 febbraio il Presidente, che si era riservato di accettare le dimissioni di Prodi, le respinse, invitando il Governo a presentarsi alle Camere per la fiducia che Prodi ottenne: la crisi rientra. Nei 2 anni di coabitazione con il governo di centro sinistra Napolitano dimostra la sua imparzialità, assumendo prese di posizione che finiscono per lacerare la risicata maggioranza. Uno dei temi più spinosi fu quello dell'immigrazione. Ci fu poi il caso De Magistris con il quale si capì che Napolitano aveva deciso di essere molto presente nel suo ruolo di presidente del Csm. 2008 Clemente Mastella a maggio uscì dalla maggioranza di centrosinistra: dopo aver tentato di formare un nuovo Governo, affidando un mandato esplorativo a Franco Marini, Napolitano il 6 febbraio sciolse le Camere, e Berlusconi vinse le successive elezioni diventando premier per la quarta volta. Si aprirono poi le prime schermaglie con il Cavaliere sui provvedimenti "ad personam". Centrale fu il "lodo Alfano" che divenne legge dello Stato italiano. La legge fu poi dichiarata incostituzionale. Napolitano controfirmò la legge tra le polemiche della sinistra.     2009 Fu l'anno del vertice del G8 che si svolse all'Aquila a luglio. Obama incontrò Napolitano al Quirinale. Poco prima fece clamore una visita ufficiale di Gheddafi che si sviluppò tra gaffe e stranezze di ogni tipo del dittatore libico. Ci fu poi anche il caso Englaro a provocare tensioni tra il Quirinale e palazzo Chigi: Il Consiglio dei ministri approvò un disegno di legge che obbligava l'alimentazione forzata ai soggetti non autosufficienti. Su questo testo il presidente Napolitano non pose la propria firma. 2010 Dopo una visita a Washington dove ebbe un colloquio con Obama, a novembre Napolitano ha dovuto affrontare l'impasse politica indotta dal tracollo della maggioranza di centrodestra con la clamorosa uscita di Gianfranco Fini. Allora si parlò di operazioni di "scouting" di Berlusconi. Ma poco dopo fu il Cavaliere ad accusare duramente Napolitano di aver avuto un ruolo determinante nella vicenda: "nel 2010 Napolitano si era fatto parte attiva affinché Fini spostasse una parte dei suoi parlamentari a sinistra, formando una nuova maggioranza rispetto a quella eletta dagli italiani", disse Berlusconi. 2011 L'8 novembre, giorno in cui Berlusconi verifica di non avere più una maggioranza alla Camera, si verificano intensi attacchi speculativi ai titoli di Stato. Il giorno successivo, Napolitano nomina Mario Monti senatore a vita. Il 12 novembre, accoglie le dimissioni di Berlusconi e affida proprio a Monti l'incarico per la formazione di un nuovo esecutivo. In quei giorni un editoriale del New York Times gli attribuisce il soprannome di "Re Giorgio". 2012 È l'anno più doloroso per Napolitano. A luglio muore improvvisamente Loris D'Ambrosio, suo stretto consigliere. D'Ambrosio era entrato al centro delle polemiche per le intercettazioni delle sue conversazioni con l'ex ministro Nicola Mancino con riferimento all'inchiesta Stato-mafia. Napolitano reagì con rabbia denunciando "una campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose". A dicembre Mario Monti si dimise. 2013 A febbraio gli italiani tornano al voto. Dai risultati emerge che nessuna delle coalizioni ha potuto ottenere una vittoria netta. Napolitano affida a Pier Luigi Bersani un incarico esplorativo che finisce nel nulla. Nasce il Governo di Enrico Letta. Rimase in carica dal 28 aprile 2013 fino al 22 febbraio 2014. 2014 Nasce il Governo Renzi. Napolitano garantisce la nascita di un nuovo esecutivo in nome della stabilità. Letta aveva presentato le dimissioni a seguito dell'approvazione a larghissima maggioranza, da parte della Direzione Nazionale del Pd, di un documento in cui si chiedeva un cambio dell'esecutivo. Scoppia anche il caso Stato-mafia e Quirinale. Napolitano aveva già sollevato un conflitto d'attribuzione (poi vinto) nei confronti della Procura di Palermo. A ottobre si svolge la deposizione del presidente alla Corte di Palermo. Avviene al Quirinale, senza la presenza della stampa. Le trascrizioni processuali mostreranno che ha risposto alle domande dei Pm. Quindi a fine anno la conferma delle sue dimissioni.
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