martedì 25 febbraio 2025
La titolare del Turismo: «No alla gogna mediatica». Votano contro in 206, 134 i sì e un astenuto.
La ministra Santanchè

La ministra Santanchè - Ansa

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Al di là delle questioni di merito, la linea della maggioranza è chiara e Daniela Santanchè può affrontare la seconda mozione di sfiducia nella certezza dell’esito del voto. Altra cosa è il suo futuro al ministero del Turismo ed è lei stessa ad annunciare che valuterà un passo indietro, ma solo quando ci sarà la seconda udienza preliminare che la vede imputata per truffa all’Inps e, soprattutto, «senza costrizioni esterne». È improbabile che da Palazzo Chigi non siano arrivati segnali in questo senso e nonostante la sfiducia sia stata respinta con 206 no, 134 sì e 1 astenuto, l’intervento in aula del Fratello d’Italia Andrea Pellicini («Ho apprezzato le parole della ministra» sul fatto «che potrebbe lasciare») non lascia dubbi sulle intenzioni della premier. Concetto ribadito poi dal vicecapogruppo, Massimo Ruspandini.


È anche vero che all’arrivo della ministra alla Camera c’è una nutrita delegazione governativa a sostenerla. E, nonostante l’assenza della premier e dei due vice, la pattuglia è certamente più numerosa di quella presente in mattinata per l’altra mozione avviata con la discussione generale, contro il Guardasigilli Carlo Nordio, dove era presente solo il collega dell’ Interno, Matteo Piantedosi, e la parte destra dell’emiciclo era praticamente deserta. Su di lui, per il caso Almasri (vedi articolo sotto), si voterà più in là.


«Mi trovo a rispondere per la seconda volta a una mozione di sfiducia nei miei confronti anche se ha per oggetto fatti antecedenti al mio giuramento», esordisce Santanchè, che spiega di aver resistito a mesi di accuse solo grazie alla sua famiglia, l’unico appiglio che gli ha consentito di «non impazzire». «Voglio continuare questa battaglia per fare vincere la verità», prosegue, e questo nonostante «la gogna mediatica e le paginate sui giornali», che «devastano la vita delle persone» e lasciano «cicatrici che non si rimarginano. Un ergastolo mediatico che rimarrà tutta la vita, da “fine pena mai”». La titolare del Turismo risponde con energia alle sferzate delle opposizioni, in particolare a quelle del M5s, che l’accusa di avere le mani sporche di sangue. Un’affermazione del genere, argomenta, «non fa vergogna a me, ma ha chi l’ha pronunciata». E ancora: «L’onorevole Baldino mi accusa di conflitto di interesse perché mi sono occupata di turismo. Ebbene, detto da chi ha fatto dell’incompetenza una squadra di governo, mi fa sorridere. Non ho nulla da nascondere. Sì, ho una collezione di borse - rivendica - e porto i tacchi da 12 centimetri. Per voi sono l’emblema di ciò che detestate. Non volete combattere la povertà, ma la ricchezza».


Rispetto al processo, Santanchè chiarisce di aver «fiducia nella magistratura», pur paventando il rischio che il Parlamento diventi «una corte di giustizia nelle mani di qualche giudice politicizzato». Ma in ogni caso, promette, «non scapperò e intendo difendermi nel processo». La ministra entra anche nel merito delle accuse, spiegando che per «il cosiddetto fascicolo per la cassa integrazione Covid, il mio coinvolgimento si è limitato ad accedere a tale beneficio a tutela della salvaguardia dei posti di lavoro». Mentre per quanto riguarda le false comunicazioni societarie, «è bene premettere che non mi vengono contestate falsità di natura materiale, ma esclusivamente delle poste che sono state oggetto di valutazione perché la società è quotata in borsa».


Santanchè torna poi a ripetere di «non sentirsi sola» e anzi porge «un ringraziamento sentito» ai suoi colleghi e a chi le è stata vicino «nella battaglia per il garantismo», ovvero, a suo dire, «la maggioranza degli italiani». La tesi, però, non convince le opposizioni e in particolare Elly Schlein. «Meloni l’ha voluta alla guida del Turismo, ma oggi fa finta di non conoscerla, l’ha scaricata», tuona la leader dem prima di rivolgersi direttamente alla premier: «Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Perché continua nel suo silenzio davanti a una ministra che dice che sulle sue dimissioni decide da sola, come non esistesse una presidente del Consiglio? Questa non è difesa nazionale, ma tribale».E poi aggiunge con una battuta: «Mentre Santanchè viene qua a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalle bollette?» (la ministra è stata anche tirata in ballo dalla Pascale, ex di Berlusconi, perché le avrebbe regalato borse false). Duro anche il presidente M5s, Giuseppe Conte, che replica alle accuse della ministra ai suoi: «Si vergogni lei, non cambi l’ordine morale delle cose, si alzi da quella poltrona. Siete responsabili di questo disastro economico e morale!». «Una replica patetica e ridicola della ministra», commenta infine il leader di Avs, Angelo Bonelli.



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