lunedì 22 ottobre 2012
Al forum di Magna Carta "manifesti" degli schieramenti a confronto. Nel centro umbro l'intervento di chiusura di Angelino Alfano. 
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Angelino Alfano si muove. In attesa di capire cosa farà Silvio Berlusconi, il segretario del Pdl annuncia novità per il partito di via dell'Umiltà. Intervenendo a Norcia durante il convegno della Fondazione Magna Carta di Gaetano Quagliariello, l'ex Guardasigilli promette l'imminente varo di una nuova squadra per "rafforzare" la sua formazione politica. Occorre lavorare per una "ricostruzione" del centrodestra, è l'invito, senza cedere alla "rassegnazione". Non si rassegna di certo Gianni Alemanno che insiste per ripartire da zero: "Convocare, entro novembre, una grande Convention per azzerare il Pdl e avviare la costituzione di un nuovo soggetto politico attraverso le primari", è la proposta del sindaco di Roma.Contestualmente, Alfano continua a insistere sulla necessità di unire i moderati, nella scia dell'appello lanciato dal Presidente del Senato Renato Schifani e ribadisce la possibilità di tenere primarie per la premiership se il Cavaliere confermerà l'intenzione di non candidarsi."A breve - annuncia il segretario del Popolo delle libertà - presenterò una squadra con elementi politici di grande livello". L'obiettivo, aggiunge, è "rafforzare" e nello stesso tempo rinnovare e rilanciare il partito. Alfano ha in mente persone capaci di rappresentare "al meglio i nostri territori sia a livello nazionale che locale". IL CENTRODESTRA RIPARTE DALLA IDEE di Angelo PicarielloLa politica vacilla e ha bisogno di fondarsi «sulla roccia delle idee, non sull’astrattezza di una formula politica». A Norcia il "centrodestra delle idee" si ritrova all’annuale incontro di Magna Carta e rimette al centro la "questione antropologica" richiamata dal presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco nel messaggio agli organizzatori. Gaetano Quagliariello, presidente onorario della fondazione, mette a confronto il manifesto "Per il bene comune della nazione" e la carta d’intenti del centrosinistra "Italia. Bene comune". L’effetto, al di là delle similitudini nominalistiche, è efficace. C’è chi propone di farne un opuscolo - si azzarda anche un titolo, "La differenza" - da mandare a casa di tutti gli italiani in vista delle prossime politiche. L’incontro mette insieme etica e crescita. Un azzardo. Ma il nesso c’è. Anche il «processo bloccato e stagnante dell’Europa risente della mancanza di una visione che solo l’etica può dare, fattore fondante della politica», sostiene Lorenzo Ornaghi. E «per scongiurare gli esiti più apocalittici di una crisi dall’esito incerto - auspica il ministro dei Beni culturali - servono valori politici nuovi, una nuova ideologia in grado di aprire una fase costituente, per cambiare la Costituzione in profondità, non solo due-tre punti». Maurizio Sacconi preferisce parlare di idee antiche. «Mi sento conservatore rispetto alle idee fondanti, modernizzatore rispetto alle idee cattive che ne hanno preso il posto», dice l’ex ministro del Welfare. Chiude la contesa sul nascere Marco Tarquinio, che definisce la tradizione «la più grande spinta in avanti». E, quanto all’Europa, il direttore di Avvenire vede un’omissione italiana: «Si parla solo di andare in Europa, rinunciando a dire e a dare il tanto che possiamo».Non è teoria disancorata dalla politica: il documento di Quagliariello inchioda la discussione alla concretezza: Europa, assetto istituzionale, economia, fisco, lavoro, istruzione, giustizia. E soprattutto diritti. La politica che «coltiva il senso del limite» in base al «principio di cautela», nella carta d’intenti, «è il contrario di quel che la sinistra ha perseguito sul caso Eluana e sul testamento biologico», denuncia. «Serve un argine», chiede Giancarlo Cesana, presidente del Policlinico di Milano. «L’argine c’è - si incoraggia Eugenia Roccella - non partiamo da zero, ma da quel che abbiamo fatto e ora dobbiamo proseguire a fare. Subito - auspica -, a partire dal fine-vita». Perché, come richiama Alfredo Mantovano, la crisi che attraversiamo è innanzitutto antropologica: «Non ci sarebbe stata la crisi dei debiti sovrani se non ci fosse stato l’inverno demografico». «Lo spread dimenticato», lo definisce Luisa Santolini. Una situazione drammatica che richiede uno «scatto antropologico», auspica il vescovo di San Marino-Montefeltro Luigi Negri, «che coinvolga non solo i credenti.Ma la fede è una grande possibilità in più per mettere in gioco la propria esperienza». Il dibattito è ricco, come il parterre, che vede fra gli altri Francesco Belletti, presidente del forum delle associazioni familiari, e Natale Forlani, ex portavoce del Forum di Todi che apre oggi i battenti. Il tema politico, affacciato da Quagliariello, è unire il fronte dei moderati, davanti a una sinistra «che a parole si vuole alleare col centro ma di fatto si rende incompatibile con le sue istanze». «Dicono che manca il federatore - ironizza Maurizio Gasparri - ma poi ad uno ad uno, a partire da Montezemolo che preferisce occuparsi di Unicreedit, si tirano fuori. Noi ci siamo, invece, vediamo chi ci sta», dice il capogruppo al Senato del Pdl, anticipando l’appello che domenica farà il segretario del Pdl Alfano.
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