giovedì 24 novembre 2016
Zampetti: l'inquinamento non viene percepito come un problema.
Legambiente: blocchi del traffico inutili, intervenire sui consumi
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Abbiamo sempre detto che l’inquinamento è un killer invisibile e silenzioso. Se però il nemico è il biossido di azoto piuttosto che l’ozono troposferico possiamo aggiungere che il pericolo è anche completamente sconosciuto alla maggioranza della popolazione? «Sicuramente gli inquinanti di cui si parla nel rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente – ci risponde Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente - non sono tra i più popolari, nel senso che sono indubbiamente meno famosi delle famosissime polveri sottili, ma si tratta di sostanze altrettanto presenti nell’area che respiriamo, particolarmente se viviamo in una grande città della Pianura Padana».

Da dove arrivano?
Gli ossidi provengono da processi di combustione e le fonti inquinanti sono essenzialmente due, i trasporti e il riscaldamento. Vorrei sottolineare, però, che la loro pericolosità consiste anche nel fatto che elevate concentrazioni di questi ossidi, reagendo con l’atmosfera, provocano il cosiddetto inquinamento secondario, quel particolato che è la frazione più fine, famosa e temuta. Analogo discorso per l’ozono, che tanti considerano positivo e che effettivamente svolge un’azione utilissima quando si trova negli strati alti dell’atmosfera, ma che a livello del suolo risulta altamente nocivo per la salute umana. La Pianura Padana è l’area in cui queste concentrazioni si presentano con valori particolarmente elevati.

Ciò avviene da tempo, eppure...

Eppure si continuano a sottovalutare gli effetti di queste sostanze sulla nostra salute. È proprio così. Esistono studi chiarissimi e dati europei come quelli resi noti ieri, eppure l’inquinamento dell’aria - invisibile, appunto - non viene percepito come un problema da risolvere, anche se tutti sappiamo che ridurre le emissioni dannose ci garantirebbe meno vittime e meno spesa pubblica, a partire da quella sanitaria.

Quale contributo reale danno, in questo senso, i blocchi periodici del traffico?
Un contributo scarso: più della metà delle emissioni di ossidi di azoto dipende dal trasporto e quindi si deve rivedere il sistema della mobilità. Le misure momentanee ed emergenziali non sono risolutive perché queste sostanze non sono pericolose per i loro 'picchi' ma per i loro livelli medi e strutturali, per modificare i quali occorre agire a livello di modello del trasporto urbano.

Si fa abbastanza sul fronte del riscaldamento?
Non direi abbastanza, ma si fa qualcosa, quanto meno per passare dall’olio combustibile al metano; bisogna intervenire di più sui consumi, in termini di efficientamento. Non dimenticherei, infine, di controllare meglio l’utilizzo della legna, che in alcune zone può essere una fonte di inquinamento.

Cosa può fare, individualmente, un cittadino per salvarsi dall’aria inquinata?
Può solo contribuire con i suoi comportamenti a ridurre l’inquinamento. Togliamoci dalla testa che alcuni di noi riescano a farla franca: l’aria sporca è un nemico subdolo, che si combatte solo tutti insieme. Salvarsi da soli è impossibile.

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