venerdì 16 settembre 2016
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Saranno le indagini e poi il processo a stabilire qual è l’esatta verità sulla morte di Abd Elsalam, il lavoratore egiziano investito da un Tir durante un presidio davanti ai cancelli della Gls di Piacenza, presso cui lavorava, impiegato da una ditta in appalto. Per il momento contrastano le versioni fornite, da un lato, dal sindacato di base e dai compagni presenti al fatto, dall’altro la ricostruzione subito offerta dalla Procura. Che è sembrata voler chiudere il caso sul nascere, forse preoccupata da motivi di ordine pubblico, suscitando però qualche perplessità. Abd Elsalam – da 14 anni nel nostro Paese per lavorare – la moglie, i suoi 5 figli e tutti noi meritiamo qualcosa di più, abbiamo il diritto quantomeno che tutte le ipotesi siano vagliate a fondo e che la vicenda non venga ridotta a un banale incidente stradale, come invece è sembrato ieri. Perché se anche venisse appurato che effettivamente l’investimento è frutto solo ed esclusivamente di movimenti e manovre errati, è innegabile che questa 'fatalità' sia stata favorita da una brutta tensione sociale. Agghiacciante, ieri, è stato il silenzio delle aziende coinvolte, che non hanno saputo trovare neppure una parola pubblica di dolore e compassione per il lavoratore morto. Come fosse un incidente, appunto. Solo un incidente pure lui.
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