mercoledì 29 dicembre 2010
"Una vera e propria strage". Sulle morti in carcere, anche alla luce dello "sconcertante" decesso martedì a Sanremo di Ferdinando Paniccia, detenuto dichiarato invalido al 100%, e mercoledì del giovane rom Rambo Djurdjevic, impiccatosi a Rebibbia, l'Unione delle camere penali annuncia "esposti e denunce". 
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"Una vera e propria strage". Sulle morti in carcere, anche alla luce dello "sconcertante" decesso martedì a Sanremo di Ferdinando Paniccia, detenuto dichiarato invalido al 100%, e mercoledì del giovane rom Rambo Djurdjevic, impiccatosi a Rebibbia, l'Unione delle camere penali annuncia "esposti e denunce". "Tra decessi e suicidi siamo ormai a cifre impressionanti, a conferma che il carcere - sottolineano i penalisti - non è più solo luogo di limitazione della libertà personale, ma istituzione dove si rischia la vita e spesso la si perde. Non è più insomma luogo di rieducazione, come vuole la Costituzione, ma discarica sociale dove vengono meno i principi fondamentali del diritto e dell'umanità".L'Ucpi richiama in particolare l'attenzione sui suicidi in carcere (a oggi ben 65 su 170 decessi): "Il rapporto di chi si uccide tra persone ristrette in carcere e quelle libere - sottolineano i penalisti in un documento - è di 19 a 1: una percentuale talmente sproporzionata da non essere spiegabile unicamente con la difficile situazione psicologica derivante dalla limitazione della libertà personale. Alcune ricerche indipendenti del resto - segnala l'Ucpi - hanno dimostrato una correlazione fra sovraffollamento e suicidi: in nove istituti dove si registrano almeno due suicidi all'anno, il tasso medio di sovraffollamento è del 176% contro un dato nazionale del 154%, e la frequenza dei suicidi è di un caso ogni 415 detenuti, mentre la media nazionale è di uno su 1090. Questo dimostra che dove l'affollamento è del 22% oltre la media nazionale, la frequenza dei suicidi è più che doppia". E non solo: "Un'altra ricerca - insistono i penalisti - ha evidenziato come i regimi speciali di detenzione (che riguardano il 10% della popolazione carceraria) nel 2010 siano stati interessati dal 60% dei suicidi. Una cifra che dà ragione a chi definisce il regime del 41 bis una 'tortura biancà, dove molte limitazioni, più che ai giusti criteri di sicurezza, si ispirano a criteri di applicazione disumana della pena".      L'Ucpi dunque, attraverso il proprio Osservatorio carcere, intende "attuare un'attenta azione di vigilanza sul fenomeno delle morti in carcere, valutando ogni singola vicenda anche attraverso esposti e denunce ove le circostanze e le dinamiche presentino profili di rilevanza penale".
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