giovedì 23 settembre 2010
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*** AGGIORNAMENTO DEL 30 SETTEMBRE 2020 L'ex sottosegretario Nicola Cosentino assolto in appello nel processo "Il Principe e la scheda ballerina" per uso di capitali illeciti nella costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe. LEGGI QUI

I conti tornano per la maggioranza, che nel segreto dell’urna si ritrova tale, a dispetto dell’aritmetica. Nonostante infatti la defezione del gruppo dei finiani, (che avevano annunciato, con le opposizioni, voto favorevole) la Camera ha negato l’uso delle intercettazioni a carico dell’ex sottosegretario Pdl, Nicola Cosentino (che ha conservato però l’incarico di segretario regionale del Pdl) con 308 voti favorevoli e 285 contrari. Esulta, il diretto interessato, che parla di «voto politico, al di là delle previsioni», e poi rivolge un appello alla pubblica accusa: «Mandatemi a giudizio, dimostrerò nel processo la mia estraneità».Nel Pdl è un coro di esultanze, anche in vista del dibattito in aula sui famosi 5 punti, fissato per il 29 settembre. Per il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto «il giustizialismo è andato incontro ad una chiara sconfitta». Mentre, per il capogruppo dei senatori Maurizio Gasparri, «la maggioranza ha ampi numeri col voto palese e con quello segreto». Ottimista anche il leader della Lega, Umberto Bossi, già proiettato sul voto del 29: «So già che ce la facciamo», dice.Nel fronte degli sconfitti, invece, si fanno analisi diverse. Per Pierluigi Bersani si tratta di un «voto inaccettabile e indecoroso. Il centrodestra – sostiene il segretario del Pd – cerca la sua sopravvivenza difendendo un deputato su cui pesano gravissime accuse. E la Lega – rimarca – per l’ennesima volta è stata determinante nel sostenere decisioni vergognose dal lato della moralità pubblica». Ancora più duro Antonio Di Pietro: «Un Parlamento che non permette ai magistrati di accertare se un proprio componente sia una persona per bene o un affiliato alla camorra viola la Costituzione e non ha più alcun titolo morale per rappresentare i cittadini», tuona il leader di IdV.Il gruppo finiano si trova nel mezzo del fuoco incrociato. Gaetano Quagliariello, per il Pdl, evidenzia come con questo voto Fli «accresce le distanze dalla maggioranza, non riuscendo peraltro a farsi seguire da tutti gli appartenenti dello stesso, per quanto il voto segreto consente di comprendere». E, mancando la controprova, sui voti mancanti (almeno 12, pur considerando ancora nella maggioranza l’Mpa di Lombardo) c’è il palleggio di responsabilità: «I franchi tiratori – ipotizza Italo Bocchino, capogruppo di Fli – possono trovarsi ovunque, ma io ritengo che provengano soprattuto dalle file del centrosinistra». Replica secco il capogruppo vicario del Pd Michele Ventura: «Non so come faccia Bocchino ad essere sicuro di aver convinto i suoi molti dubbiosi e ad accusare il centrosinistra. Io – taglia corto – non farò altrettanto». Nell’Udc, altra indiziata per i voti mancanti, hanno un alibi di ferro i dissidenti siciliani, che a quell’ora tenevano una conferenza stampa.«La votazione su Cosentino conferma che la governabilità del Paese può essere garantita solo dal Movimento per le Autonomie e da Fli», dice Aurelio Misiti, portavoce dell’Mpa. Ma così facendo associa, di fatto, la posizione del movimento di Lombardo al gruppo di Fini. Aumentando, di fatto, di 4 unità il conto dei franchi tiratori.

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