martedì 16 luglio 2013
Il Consiglio di Stato: validi i limiti del Comune di Milano. Il Tar aveva bocciato una misura del sindaco Pisapia Dal Forum delle famiglie 7 proposte contro l’azzardo.
L'INTERVISTA Conzo: «A vincere è solo la camorra»​ di Antonio M. Mira
COMMENTA E CONDIVIDI
Stavolta anche il Tar (Tribunale amministrativo regionale) deve arrendersi. Perché l’ultima decisione dei giudici amministrativi che bocciava un’ordinanza con la quale il Comune di Milano poneva limiti di apertura alle sale da gioco, è stata a sua volta ribaltata dal Consiglio di Stato. Che, accogliendo il ricorso inoltrato dal municipio ambrosiano, ha ritenuto validi gli stessi limiti. Una vittoria più che altro simbolica nella sostanza, visto che le sale potranno restare aperte dalle 10 del mattino alle ore 1 del giorno seguente (difficile parlare di "limiti" per 15 ore di apertura ininterrotta). Ma è pur sempre una sentenza significativa sul piano politico. Si tratta di un primo passo verso l’auspicato riconoscimento del diritto dei sindaci a operare scelte su un tema tanto delicato quanto "blindato".Il Consiglio di Stato afferma che «la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali non si applica alle case da gioco», precisando che «il regime dell’autorizzazione di Polizia e i connessi controlli ai quali sono sottoposte le sale giochi, rispondono alla necessità di tutela della sicurezza, dell’incolumità e della moralità pubblica».Aspetti, questi ultimi, che finiscono per investire non il singolo giocatore ma, inevitabilmente, la famiglia dello stesso. È un problema che chiama in causa le Regioni proprio mentre si sta per mettere mano a leggi ad hoc. È quanto sottolinea il Forum delle associazioni familiari della Lombardia, in vista del varo di una legge da parte del massimo ente territoriale della regione, il cui assessore al Territorio, urbanistica e difesa del suolo, Viviana Beccalossi, ha inviato una lettera aperta sull’argomento al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.Del resto, la più popolosa regione d’Italia è duramente colpita dalle conseguenze dell’azzardo (emblematico il "primato" della spesa pro capite in gioco azzardo a Pavia) tanto da suscitare una forte reazione di numerosi sindaci che, assieme a tanti organismi del territorio, hanno aderito alla rete <+corsivo>No slot<+tondo>. Al provvedimento legislativo in gestazione a Milano – che potrebbe essere "esportato" in altri contesti regionali – offre un significativo contributo proprio il Forum delle associazioni familiari che ha inviato un documento alle Commissioni consiliari regionali Sanità e Attività produttive. Il testo, redatto con il contributo della Cooperativa La Tenda di Como, della sezione di Brescia della Lega Consumatori e della Legautonomie Lombardia, è scaturito anche in risposta alla posizione «contraddittoria dello Stato», che «con una legge vieta il gioco d’azzardo» e con un’altra «ne legalizza molti».Per il Forum, tanto le politiche di contrasto all’azzardo, quanto quelle di sostegno e cura alle persone entrate del tunnel del gioco, «devono essere progettate e attuate con riferimento a tutta la famiglia e non solo ai singoli giocatori». Da qui le sette proposte rivolte alle istituzioni che partono dalla «presa in carico della famiglia» – e dunque non solo del singolo – «e del problema nella sua interezza», attuando un vero e proprio piano di gestione della dipendenza che comprende numerose misure: dagli interventi terapeutici alla consulenza finanziaria per la protezione economica dei nuclei «anche con eventuale ristrutturazione del debito». Inoltre, il gioco patologico è spesso associato ad altre forme di dipendenza: pertanto, a detta del Forum, «gli attuali servizi per le tossicodipendenze e per l’alcolismo» dovrebbero essere in grado «di affrontare tutte le forme di dipendenza» anche «attraverso un’adeguata formazione degli operatori».Le istituzioni, ancora, sono chiamate a considerare come prioritaria la «tutela dei familiari in situazione di maggiore fragilità: minori, disabili, anziani». Viene pure invocata una «responsabilità sociale d’impresa» per incentivare, ad esempio, gli esercizi pubblici che non ospitano attività di gioco d’azzardo. Sul fronte educativo, il Forum chiede incentivi per «le scuole che attuano programmi di formazione per insegnare a genitori e docenti a riconoscere i segnali della dipendenza». In merito, infine, al tema delle risorse economiche, l’organismo di associazioni regionali ritiene «imprescindibile disporre di informazioni empiricamente fondate sull’efficacia degli interventi», per finalizzare le risorse solo ai progetti «di cui sia dimostrata l’efficacia».​
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: