Non mangiare da giorni. E non perché si è anoressiche, ma perché in famiglia non ci sono i soldi per sfamarsi. E lavarsi con l’acqua fredda, perché la doccia calda è un lusso. Accade anche questo in una città che, come Udine, è al vertice del benessere, statistiche alla mano, dei capoluoghi di provincia. Dunque, un preside ha raccontato che tra le studentesse del suo istituto, una si è sentita male ed è svenuta durante la lezione, davanti all’insegnante e ai compagni di classe. La ragazza – siamo alle medie – ha raccontato che non mangiava da due giorni. E che si lavava, sotto la doccia, con l’acqua gelata. Il padre ha perso il lavoro, in casa ci sono altri bambini ed il sussidio di disoccupazione non arriva a dare copertura a tutte le necessità, seppure quelle minime, La direzione dell’istituto ha chiamato il 118 che ha immediatamente soccorso la studentessa. Insegnanti e ragazzi hanno cominciato a chiedersi perché non erano riusciti ad intercettare un così grave malessere.
Davvero amara, anzi drammatica la sorpresa, perché la scuola si sarebbe mobilitata – i docenti e gli studenti anche personalmente – se fossero stati al corrente del disagio. «Qui – conferma anche il direttore della Caritas, don Luigi Gloazzo – la riservatezza inchioda le famiglie ed i singoli nel loro dramma, senza il coraggio di chiedere aiuto. Specie se sono stati impoveriti dalla crisi». Ed è proprio per questo che la direzione della scuola media ha invece deciso di palesare l’episodio. «Di bambini che vivono senza riscaldamento o senza un piatto caldo, o non hanno i soldi per pagare i buoni pasto della mensa ce ne sono anche a Udine, ma le situazioni non vengono quasi mai denunciate», ha dichiarato il preside, confermando che, invece, quando l’istituto viene a conoscenza di situazioni così pesanti di precarietà, cerca di dare una mano. «In una città come Udine – racconta Manuela Celotti, dell’Osservatorio povertà della Caritas – abbiamo sempre più numerosi giovani italiani, sotto i 30 anni, che bussano ai nostri sportelli per chiedere i più semplici, elementari aiuti». Nell’ultimo anno gli sportelli Caritas hanno registrato 8mila accessi, 2mila solo a Udine. Tra i 4 e i 5 i capifamiglia italiani. E spesso vengono sollecitate alla Caritas anche le integrazioni per i figli a scuola, dai libri ai trasporti, passando per la mensa. La scuola ha proposto un vademecum con aiuti per chi si trova in difficoltà.
Il dramma della famiglia, causato dalla perdita del lavoro, sconosciuto ad insegnanti e genitori.
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