venerdì 6 ottobre 2017
A 17 anni si prende cura (in classe e fuori) del compagno di banco distrofico
Il riconoscimento, istituito nel 1974, è stato consegnato ieri alla presenza dell’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo. Il giovane premiato è alunno del liceo scientifico di Bernalda e a casa si occupa anche di tre fratelli più piccoli

Il riconoscimento, istituito nel 1974, è stato consegnato ieri alla presenza dell’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo. Il giovane premiato è alunno del liceo scientifico di Bernalda e a casa si occupa anche di tre fratelli più piccoli

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È Nicola Zaffarese, 17 anni, di Marconia (Matera) «L’alunno più buono d’Italia», secondo il premio nazionale istituito nel 1974 per ricordare Ignazio Salvo (alunno del Collegio Nazareno degli Scolopi, colpito da distrofia muscolare progressiva e morto a 19 anni).

Cosa ha fatto Nicola per meritarsi questo titolo? Con generosità e spirito di dedizione si prende cura del suo compagno di banco Roberto Scasciamacchia, affetto da distrofia muscolare di Duchenne, sia durante le lezioni al Liceo scientifico «Matteo Parisi» di Bernalda che nella vita di tutti i giorni. Un’amicizia forte diventata esempio di amore fraterno e di condivisione. Nicola Zaffarese ha ricevuto ieri a scuola, circondato dalla simpatia di tanti studenti, il premio che gli è stato consegnato dal vicepresidente dell’associazione «L’alunno più buono d’Italia», padre Giorgio Testa; era presente anche Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina, che ha evocato l’insegnamento evangelico di san Francesco d’Assisi.

Le parole di Nicola, che fa parte del gruppo Azione Cattolica di Marconia, sono state come sempre sobrie, condite da un’immensa felicità per essere quotidianamente al fianco del suo amico Roberto, costretto a muoversi su sedia a rotelle, che ha abbracciato non senza un pizzico di emozione: «Mi fa piacere avere un riconoscimento così importante. Sono contento anche per Roberto che aiuto ogni giorno. È qualcosa che sento dentro, lo faccio spontaneamente e per me non è certo un sacrificio. Gli voglio davvero bene».

Anche Zaffarese ha una storia per certi versi difficile, che dà un ulteriore significato al suo gesto di solidarietà. «Nicola è cresciuto in fretta – narra Giosuè Ferruzzi, dirigente scolastico del liceo "Farina" – dovendo badare ai suoi tre fratelli più piccoli, con il padre che lavora spesso di notte al porto di Taranto e la madre che ha lasciato da tempo la sua famiglia. È molto più maturo dei suoi 17 anni. Ha una forza interiore incredibile».

Eloquente anche la testimonianza di Arianna Carbone, insegnante di sostegno di Roberto Scasciamacchia, che suona la chitarra ed è un grande ammiratore del musicista Ezio Bosso: «Da circa tre anni Nicola si rende protagonista di atti di bontà nei confronti del compagno di banco. Lo aiuta durante le lezioni e rimane con lui anche per la pausa della ricreazione. Spesso organizza in palestra gare di basket coinvolgendo e incitando Roberto per renderlo partecipe delle attività sportive. Nicola ha sempre mostrato di dare priorità alle esigenze degli altri prima che alle proprie, esprimendo un innato senso di responsabilità. In casa si dedica alle faccende domestiche e accudisce i fratelli più piccoli. La sua felicità e il benessere personale sono al servizio degli altri».

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