domenica 16 febbraio 2020
Intervista alla capogruppo di Forza Italia alla Camera: governo immobile anche sulla famiglia, si porti avanti la mia proposta Mariastella Gelmini / Ansa
Mariastella Gelmini

Mariastella Gelmini - Ansa

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Il centrodestra non è contro l’euro e l’Ue. Non è neppure pronto a 'soccorrere' il governo Conte in caso di uscita dei renziani. Lo assicura la capogruppo alla Camera di Forza Italia, Mariastella Gelmini. Che incalza l’esecutivo sulle politiche per natalità e Sud.

Nel centrodestra ci sono ancora diverse sensibilità su temi cruciali come l’Europa. Non vi causa problemi?
Io sto alle parole di Giorgetti, responsabile Esteri della Lega: non mi pare che le sensibilità siano diverse. L’uscita dall’euro o dall’Ue non è nell’agenda del centrodestra. Piuttosto serve un cambiamento radicale delle politiche dell’Unione: meno ragioneria e più politica. Solo se l’Europa rilancia lo sviluppo ha un futuro, con le politiche del rigore abbiamo messo in ginocchio mezzo continente.

Intanto il governo è in difficoltà e si parla di un possibile soccorso azzurro...
Non ci sarà. Piuttosto ad avere bisogno di soccorso è l’Italia. L’immobilismo doloso di questa maggioranza ci sta portando alla recessione. Litigano sulla prescrizione, ma non dicono una parola seria sui 1.500 licenziamenti di Air Italy.

Tra i temi sui quali il governo cerca il rilancio ci sono Sud e famiglia. Quali le vostre controproposte?
Il piano per il Sud presentato venerdì non ha nulla di nuovo rispetto a proposte spesso sentite dai governi di sinistra e mai realizzate. Che affidabilità può avere un governo che presenta proposte per il Mezzogiorno e mette in copertina il Friuli Venezia Giulia? Per rilanciare il Meridione servono investimenti, infrastrutture, misure contro la fuga dei cervelli e per i giovani. Creiamo una grande zona economica speciale, con incentivi mirati per chi intraprende, e riduzioni del costo del lavoro per chi assume. Con il Reddito di cittadinanza il Sud si ferma, si devono creare occasioni di sviluppo.

E sulla famiglia?
Il governo latita e siamo ancora in attesa del più volte evocato Family Act. Che fine ha fatto? Per me il rilancio della famiglia e gli aiuti alle madri lavoratrici devono costituire il centro dell’azione politica di un Paese che vuole guardare al futuro con speranza. In Italia abbiamo un grossissimo problema di denatalità: un Paese che non fa figli muore lentamente. Già lo scorso anno ho presentato una proposta di legge che considero rivoluzionaria e che confido possa essere condivisa in modo bipartisan da tutte le forze in Parlamento. Partecipazione delle donne al mercato del lavoro, maternità, conciliazione tra famiglia e lavoro. Serve un approccio nuovo che parta dalle domande e dalle necessità delle donne, madri e lavoratrici, per formulare le risposte. Nessuna deve più essere costretta a scegliere tra la carriera e un figlio.

In Campania e in Puglia il centrodestra è attraversato da forti tensioni sul candidato governatore: come se ne esce?
Forti tensioni mi pare eccessivo. Ci sono sei regioni che vanno al voto e possiamo giocarcela in tutte. Dopo Emilia Romagna e Calabria è stato richiesto dagli alleati un supplemento di riflessione: una dinamica normale e abbiamo ancora tempo. Dobbiamo scegliere ovunque le soluzioni migliori. In Campania abbiamo messo in campo una figura autorevole come Caldoro. Mi pare difficile proporre una candidatura altrettanto credibile. Risolveremo le questioni sedendoci a un tavolo. L’unità del centrodestra non è in discussione.

L’iniziativa di Renzi contro i 5s può portare moderati di centrodestra e centrosinistra a unire le forze?
Il centrodestra è già maggioranza nel Paese, se solo ci facessero votare. Renzi deve ancora decidere come collocarsi. Se dovesse far cadere il governo su temi come prescrizione, giusto processo, concessioni ne prenderemmo atto. Per ora è in corso un tiro alla fune per ragioni di visibilità o forse per le numerose nomine dei prossimi mesi.

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