martedì 21 aprile 2020
Nella Rsa di Montenero di Bisaccia, operatori e suore hanno scelto da un mese di non uscire, né far entrare nessuno: "Per proteggere i nostri anziani"
Da un mese chiusi nella casa di riposo, zero contagi: «Proteggiamo gli anziani»
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Avevano stabilito dal 26 febbraio la sospensione delle visite alla struttura. Poi, appena fiutata l'aria e il pericolo del Covid, hanno tagliato corto: gli undici operatori sociosanitari e infermieri, con le altre dodici suore, si sono riuniti e preso la decisione. Dal 18 marzo, tutti chiusi dentro ‘Villa Santa Maria’, non si entra, né si esce: “Dobbiamo proteggere i nostri nonni, i nostri anziani”, che sono novantacinque, hanno un’età media di ottantaquattro anni e non c’è stato un solo contagio da coronavirus.

“E’ stato molto bello vedere tutta la squadra dei dipendenti mettersi a servizio degli anziani", racconta suor Aurora, assistente sociale, direttrice di “Villa Santa Maria”, residenza sanitaria assistenziale per disabili e casa di riposo (dell’Istituto dottrina cristiana) appena fuori Montenero di Bisaccia, paese con meno di 7mila abitanti (in provincia di Campobasso) e che dal 18 marzo è stato zona rossa fino a quattro giorni fa, il 17 aprile.

Antonella Iadonato è operatrice sociosanitaria in “Villa” e anche una delle quattro mamme che lavorano qui, senza vedere casa da oltre un mese, ha marito e due figli: “Mi mancano tantissimo, mi manca la mia famiglia, però ho fatto questa scelta per difendere i nostri anziani”. Giovanni Cutolo è il responsabile della struttura: “Stressante essere chiusi ventiquattr’ore su ventiquattro - dice Giovanni Cutolo, responsabile della struttura -. Ma gratificante. L’amore per gli anziani e per il prossimo bisogna cercare d’averlo sempre, non soltanto in questo periodo”. Nessun caso di Covid, si accennava: "Penso, con la scelta che abbiamo fatto, che gli abbiamo tolto tutte le chance d’entrare qui dentro".

Gli ospiti? "Ora che si sta dentro è difficile, ma poi quando usciremo sarà un’allegria", prevede Antonino Nozzi, ottantotto anni. Clementina D’Amario, ottantasettenne, aggiunge quasi in dialetto, "speriamo che presto finisca ‘sta guerra" e Concetta Quacquaruccio, ottantasei anni, racconta che "certo che non credevo arrivava questo disastro. Mi manca mio figlio, mia nuora e i nipoti". Però anche su questo, suore e operatori si sono dati subito da fare e organizzato videochiamate ai parenti. Oltre a controllare quasi quotidianamente lo stato psicofisico degli ospiti: "Certi giorni qualcuno è più su, certi altri più giù, ma nel complesso non sta andando male". Del resto, specie la sera, giocano, stanno insieme, non capita di rado che… ballino anche. E una mattina si sono tutti radunati nel salone e insieme hanno cantato l’Inno di Mameli...

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