mercoledì 2 agosto 2017
Primo collegamento dell'astronauta italiano dall'inizio della missione Vita: «L'ultimo viaggio? Forse tra dieci anni tornerò da turista»
Nespoli: «L'assenza di gravità? Forse nel nostro Dna» (Video)
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Dall'alto i problemi sembrano più piccoli, come da titolo del suo libro, ma la voglia di Paolo Nespoli di raccontare la vita nello spazio è ancora molto grande, almeno quanto la curiosità dei giornalisti riuniti oggi per il suo primo collegamento dall'inizio della Missione Vita.

Al suo terzo viaggio tra le stelle, l'astronauta sembra ormai abituato alla vita oltre l'atmosfera, abbastanza da avanzare l'ipotesi che l'assenza di gravità sia scritta nel nostro Dna: «Chissà, forse sì» ragiona assieme a chi glielo chiede. «Venire quissù - scherza - ci fa
scoprire un lato un pò nascosto di questa possibilità. Ci vuole davvero poco tempo, appena qualche giorno, per resettare mente e corpo a questa nuova situazione, mentre occorrono mesi per tornare normali quando si rientra a Terra. Ricordo che l'ultima volta che sono rientrato sono tornato normale sei mesi più tardi».


Eppure il tempo libero "AstroPaolo" lo dedica tutto a chi è rimasto qui cercando di raccontare attraverso i social l'esperienza di vivere nella Stazione Spaziale Internazionale: «È dalla sera alle 9 fino alla mattina alle 6/7 (la stazione spaziale internazionale segue l'orario Gmt, ndr). Quello che in sostanza dovrebbe essere dedicato al sonno. Però in queste ore abbiamo anche la possibilità di telefonare e scambiare email con un numero ristretto di persone. Io cerco anche di coinvolgere tutti con i social media. Le foto dalla cupola e quelle interne ci aiutano a portare tutti nello spazio. La maggior parte del tempo libero sarà dedicato a questo».

Nespoli, arrivato ormai a sessant'anni, non sembra però voler rinunciare al sogno di ritornare nuovamente in orbita anche dopo la conclusione della missione in corso: «Forse tra 10 anni, quando i prezzi si abbasseranno, anch'io potrò comprare un biglietto per lo spazio e stare finalmente attaccato al finestrino a godermi il viaggio». «Sono molto contento - ha spiegato - che ci sia un'evoluzione per cui lo spazio non è più considerato un privilegio di pochi e solo dei governi, ma che cominci a diventare un posto dove si possa fare commercio e addirittura turismo».


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