mercoledì 20 ottobre 2010
Antonio Cortese, di 48 anni, affiliato alla cosca Lo Giudice, è stato bloccato al confine tra Italia e Slovenia. Esperto nel maneggio e nel confezionamento di esplosivi, è ritenuto il responsabile delle esplosioni avvenute il 3 gennaio e il 26 agosto contro la Procura generale e contro l'abitazione del procuratore generale Di Landro e di avere fatto trovare un bazooka il 5 ottobre scorso davanti gli uffici della Dda.
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È accusato di essere l'esecutore materiale degli attentati contro i magistrati di Reggio Calabria Antonio Cortese, di 48 anni, l'affiliato alla cosca Lo Giudice fermato dalla polizia a Reggio Calabria. L'uomo è stato bloccato al confine tra Italia e Slovenia. Cortese, esperto nel maneggio e nel confezionamento di esplosivi, è ritenuto il responsabile degli attentati dinamitardi compiuti il 3 gennaio e il 26 agosto contro la Procura generale e contro l'abitazione del procuratore generale Di Landro e di avere fatto trovare un bazooka il 5 ottobre scorso davanti gli uffici della Dda. È stato il boss pentito della 'ndrangheta Antonino Lo Giudice a riferire che Antonio Cortese e' il responsabile degli attentati ai danni dei magistrati di Reggio Calabria. Nei confronti di Cortese la Dda di Reggio Calabria ha emesso un provvedimento di fermo con l'accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso. Per quanto riguarda, invece, le sue responsabilità sugli attentati di cui ha riferito Antonino Lo Giudice, gli atti saranno trasmessi alla Dda di Catanzaro, titolare della relativa inchiesta.Antonio Cortese, accusato dal boss pentito Antonino Lo Giudice degli attentati ai magistrati di Reggio Calabria, non ha opposto resistenza al momento dell' arresto al valico di frontiera di Fernetti, a pochi chilometri da Trieste. Cortese - stando alle prime informazioni - è stato arrestato all'alba mentre rientrava in Italia. Gli uomini della Polizia di Frontiera del capoluogo giuliano, insieme a quelli delle Squadre Mobili di Reggio Calabria e del capoluogo giuliano da due giorni controllavano minuziosamente tutti gli autobus e gli altri mezzi provenienti dall'Est Europa in transito ai valichi di confine fra Slovenia e Italia. L'arresto - si è saputo - è stato fatto dopo 15 ore di verifiche e appostamenti ininterrotti lungo il confine.Antonio Cortese, l'uomo fermato stanotte dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e affiliato al clan Lo Giudice, allo stato è indagato dalla Dda di Catanzaro solo per l'episodio del ritrovamento del bazooka davanti alla Dda di Reggio Calabria. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo. Nei confronti di Cortese la Dda catanzarese ha emesso un decreto di perquisizione e sequestro che è stato eseguito nella notte tra giovedì e venerdì scorsi nell'abitazione dell'uomo a Reggio Calabria. In quell'occasione, gli uomini della Mobile reggina avevano già il decreto di fermo emesso della Dda di Reggio che non è stato eseguito perché l'uomo è risultato irreperibile. Nel corso della perquisizione, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato trovato del materiale interessante per la prosecuzione delle indagini che riguardano anche i due attentati compiuto il 3 gennaio alla Procura generale di Reggio ed il 26 agosto all'abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro. Nei prossimi giorni, Lombardo sentirà direttamente Antonino Lo Giudice, il boss che si è attribuito la responsabilità degli attentati e delle intimidazioni ai magistrati reggini e che ha indicato in Cortese l'esecutore materiale.
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