Le cosche di 'ndrangheta della provincia di Reggio Calabria avevano replicato il loro modello organizzativo nel nord Italia, in particolare in Lombardia, e all'estero, in Australia, Canada e Germania.È quanto emerge dall'inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'emissione di 41 ordinanze di custodia cautelare che carabinieri e polizia stanno eseguendo nell'ambito dell'operazione Il Crimine 2.La riproposizione del modello organizzativo calabrese della 'ndrangheta è stata gestita da affiliati che vivono del nord del Paese ed all'estero dipendenti dai vertici decisionali presenti nel territorio della provincia di Reggio.L'inchiesta che ha portato agli arresti rappresenta la prosecuzione dell'operazione Il Crimine condotta dalle Dda di Reggio Calabria e Milano che il 13 luglio dello scorso anno portò alla cattura di 304 affiliati alla 'ndrangheta. Operazione che rappresenta un "passaggio fondamentale", secondo la definizione di magistrati ed investigatori, nel contrasto contro la criminalità organizzata calabrese e le sue ramificazioni. I provvedimenti restrittivi che sono in esecuzione riguardano gli affiliati alla 'ndrangheta indagati nell'operazione Il Crimine nei confronti dei quali non era stato disposto l'arresto.
AUSTRALIA, CANADA, GERMANIAC'è anche l'ex sindaco della città australiana di Stirling, Tony Vallelonga, tra le 41 persone coinvolte nell'operazione "Crimine 2". Vallelonga, originario di Nardodipace (Vibo Valentia), era emigrato in Australia oltre 30 anni fa ed è stato sindaco di Stirling per nove anni, dal 1996 al 2005.Vallelonga, nel corso delle indagini, è stato anche intercettato mentre discuteva degli assetti operativi della 'ndrangheta in Australia con il boss di Siderno (Reggio Calabria), Giuseppe Commisso, detto 'u mastru.L'indagine ha accertato la presenza di "locali" della 'ndrangheta in Australia, dove il gruppo criminale era denominato Thunder Bay, ed in Canada, e in particolare a Toronto, costituiti da cosche della Locride.In Germania, i carabinieri, hanno arrestato, tra gli altri, il boss Bruno Nesci, capo del "locale" costituito dalle cosche della 'ndrangheta. Proprio in Germania gli investigatori hanno documentato una riunione tra affiliati con esponenti della criminalità organizzata calabrese provenienti dalla Svizzera.L'indagine, inoltre, ha consentito di accertare i collegamenti della 'ndrangheta a Torino, dove la criminalità calabrese era rappresentata da Giuseppe Catalano e Francesco Tamburi e da Genova, con la presenza di altri due esponenti di spicco della criminalità calabrese, Domenico Belcastro e Domenico Gangemi.