venerdì 19 agosto 2016
Le bambine di 5 mesi e 8 anni recuperate insieme ad altri tre corpi dalla missione Moas e Croce rossa italiana. 50mila bambini morti in Siria dall'inizio del conflitto.
Altre due bimbe siriane morte annegate
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Guerra in Siria, morti nel Mediterraneo. ​Tragedie senza fine: una è la diretta conseguenza dell'altra. Senza porre fine alla prima, il mare continuerà a tingersi di rosso, di morte incolpevole. Per una vita salvata, quella di Omran, il bambino siriano estratto vivo dalle macerie, con il video e le foto hanno fatto il giro della Rete, riportando l'attenzione sulla guerra in Siria, tante, troppe sono le morti che si susseguono quotidianamente in mare. Una tragedia senza fine: alla quale non si sta cercando una proposta concertata a livello di Ue che promuova i corridoi umanitari e passaggi siuri verso l'Europa. Soprattutto una soluzione che difenda la vita umana. Di oggi la notizia della morte di due bambine siriane di 8 mesi e 5 anni trovate tra i cinque corpi recuperati ieri nel Mar Mediterraneo dopo che una piccola barca di legno si è capovolta a circa 22 miglia al largo delle coste libiche.

Secondo i 21 sopravvissuti, soccorsi da Proactiva Open Arms, a bordo viaggiavano 27 persone prima che l’imbarcazione si capovolgesse e ne lasciasse in mare 6. Il gruppo era composto da 8 famiglie siriane che viaggiavano insieme nel Mar Mediterraneo alla ricerca di pace e stabilità. L’equipaggio della Phoenix – una missione congiunta tra Migrant Offshore Aid Station (MOAS)-Croce Rossa italiana – che era sulla rotta per un altro salvataggio, si è imbattuto nei corpi dei deceduti in mare, recuperando successivamente i corpi di due donne, un uomo, e una neonata, mentre un peschereccio ha recuperato il corpo della bambina di cinque anni e lo ha consegnato all’equipaggio MOAS-CRI. La ricerca dell’ultimo corpo è andata avanti per tutta la giornata, purtroppo senza alcun risultato. Questo incidente, avvenuto a circa un anno dal tragico anniversario della morte di Aylan Kurdi (il bambino siriano morto sulla spiaggia turca), ci ricorda che sono centinaia i bambini che continuano a morire alle porte dell’Europa. Dall’inizio del conflitto armato in Siria nel 2011, è stimato che 50mila bambini hanno perso la vita. Secondo l’Acnur, tra gennaio e giugno 2016, i bambini hanno rappresentato il 27% di tutti gli arrivi in Europa. E intanto in rete sta circolando un'illustrazione di Khalid Albaih, fumettista sudanese, noto per i disegni che aveva realizzato durante le primavere arabe, che offre una riflessione sulle “scelte” che hanno di fronte i bambini siriani: morire in mare come Aylan o sopravvivere sotto le bombe ad Aleppo come Omran.

«È molto triste e frustrante essere testimoni della tragica perdita di vite umane in mare, in particolare quella di un bambino così piccolo. È tempo che la comunità internazionale faccia i conti con questa realtà e trovi subito vie sicure e legali per coloro che sono più vulnerabili affinché possano avvalersi dei diritti e delle tutele cui hanno diritto», ha affermato la cofondatrice del MOAS Regina Catrambone.

«Come operatori umanitari, stiamo continuando il nostro lavoro salvando le vite in mare, ma questo non è sufficiente. Dobbiamo mettere pressione sui nostri Governi perché agiscano rapidamente. Non c’è più tempo da perdere. Le persone stanno continuando a morire durante le traversate nel Mediterraneo e questo significa che le condoglianze ufficiali e le lacrime dei governi dopo ogni tragedia sono solamente ipocrite, false e inutili. La Comunità internazionale non ha aggredito le cause che portano ai flussi migratori, come le guerre e la fame. C’è un bisogno immediato di accesso umanitario in ogni parte del viaggio e di vie sicure e legali di arrivo per evitare altre tragedie», ha dichiarato il presidente nazionale di Croce Rossa italiana, Francesco Rocca. In un altro incidente in mare, la pronta azione del team a bordo dell’altra imbarcazione MOAS Responder ha evitato che un’altra tragedia potesse accadere, tirando fuori da un gommone sgonfio e semiaffondato 146 persone di cui 40 erano già completamente in acqua.
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In totale la missione congiunta di MOAS e della Croce Rossa italiana (CRI) ha tratto in salvo e assistito solo ieri oltre 400 persone che viaggiavano su diverse imbarcazioni. I 21 sopravvissuti e i cinque deceduti sono stati trasferiti sulla nave MOAS Responder che sta navigano verso Trapani dove arriverà domani mattina, alle ore 10, con un totale di 304 persone a bordo. La Phoenix invece arriverà a Catania domani alle 11 per sbarcare 234 persone.
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