sabato 30 dicembre 2017
A Catona dopo l’atto vandalico i giovani si mobilitano per ricostruire la Grotta
Vandalismo in Calabria, gli scout ricostruiscono il presepe bruciato
COMMENTA E CONDIVIDI

«Siate pronti per compiere il vostro dovere». Parole del fondatore dello scoutismo, Robert Baden Powell, che il gruppo di fazzolettoni di Catona, periferia nord di Reggio Calabria, sembra aver preso alla lettera. Già giovedì sera è infatti iniziata la ricostruzione del presepe, dato alle fiamme solo 24 ore prima. La natività costruita con bastoni scout e sagome di legno è andata in fumo dopo che ignoti vandali le avevano appiccato le fiamme. Un gesto che ha destato sconcerto nella comunità del borgo marinaro affacciata sullo Stretto di Messina, ma che non ha fermato la voglia di fare della comunità capi e del parroco, don Stefano Ripepi.

Per il sacerdote l’atto consumato nella notte tra mercoledì e giovedì non sarebbe un’intimidazione verso il gruppo scout «benvoluto non soltanto negli ambienti parrocchiali ma da tutta Catona, che riconosce l’ottimo lavoro che questi ragazzi svolgono». Piuttosto si tratterebbe di «una bravata, un gesto gravissimo ma compiuto per noia. Non ho sentori che ci siano sentimenti di ostilità al sacro, penso che si tratti di una ragazzata». E «ricostruire – spiega ancora il parroco – è un gesto simbolico per ribellarsi alla passività e fare una proposta. I colpevoli sappiano che deprechiamo il gesto ma recuperiamo le persone, non siamo qui per condannare senza pietà». Sulla stessa lunghezza d’onda il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari: «Le norme che legano i comportamenti al rispetto del patrimonio comune sono sempre meno osservate. Ci si affida alle forze di polizia e alla magistratura, ed è un buon segnale , ma non è sufficiente; tutte le agenzie educative sono chiamate ad ulteriori sforzi per pianificare percorsi capaci di valorizzare il senso di appartenenza alla comunità».

Gli scout di Catona sono ormai 'maestri' del presepe. Ogni Natale ne realizzano uno con un messaggio diverso: l’anno scorso Gesù Bambino venne al mondo su un barcone, quest’anno il presepe della chiesa di San Dionigi è ambientato nel deserto: una riflessione visuale sull’incarnazione di Dio nella spogliazione dell’esperienza umana. Ma nel deserto gli scout vogliono far nascere un fiore. «Reagiamo in stile scout – spiega il caporeparto del gruppo Catona1 Francesco Cacciola – guardando oltre le avversità, andando al di là di ciò che è successo. E lo vogliamo fare con la partecipazione di tutta la comunità». Infatti la città l’altra sera ha risposto: a decine in piazza Matteotti hanno raccolto l’invito dei fazzolettoni.

Già dalle prime ore di giovedì i ragazzi del reparto e degli altri gruppi scout erano al lavoro per ricostruire sostegni e sagome, per dipingerle e colorarle, per rifare esattamente lo stesso presepe, identico a quello andato in fiamme meno di 24 ore prima. Poi, dopo la nuova benedizione del parroco, la piazza si è animata intorno alla Natività con le tradizionali crespelle natalizie fritte e accompagnate da un bicchiere di vino; perché – spiega ancora Cacciola – «abbiamo voluto che da un brutto gesto nascesse un momento di unione e di festa per tutti. Volevamo dimostrare che queste cose non ci fermeranno e che siamo qui al servizio di tutti».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: