sabato 14 agosto 2010
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«Non esistono governi tecnici che nascano dalla volontà del Capo dello Stato, ma esecutivi, qualunque sia la loro composizione, che nascono dal fatto che il Parlamento dà loro, a maggioranza, la fiducia». È il ragionamento che fa il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un colloquio con il "Corriere della Sera", all' indomani delle polemiche animate dalla sua intervista all'Unità, in cui chiedeva di fermare le «rese dei conti» e sottolineava che un «vuoto politico» e un eventuale «durissimo scontro elettorale» sarebbero un pericolo per il Paese.Nel colloquio con il quotidiano di via Solferino, il Capo dello Stato chiarisce di essersi «limitato a far capire a quanti si esercitano in continue congetture sul voto, indicando persino qualche data tra novembre e dicembre prossimi, che è bene che si astengano perchè questo non è di loro competenza». Non è possibile dire, aggiunge Napolitano, «in modo sbrigativo e strumentale» che la legislatura si chiude senza che sia chiaro a chi compete davvero dichiararne la fine. «A queste cose - chiarisce nel colloquio col Corriere - ho reagito».Napolitano non entra però nel merito delle polemiche: «Lascio parlare, io non posso e non debbo fare considerazioni sulla possibile composizione del conflitto interno alla maggioranza». Ma ribadisce che bisogna smettere con la campagna «di pura pressione delegittimante» come quella in corso nei confronti del presidente della Camera, perchè figura che «garantisce l'attività legislativa» che «va preservata da speculazioni e attacchi politici». Anche perchè, a differenza di ciò che accade per i membri del governo e per il presidente del Consiglio, per i quali «c'è un luogo dove può avvenire il confronto e dove si possono prendere decisioni, che è il Parlamento» attraverso «mozioni di sfiducia, o al contrario, voti di fiducia», per i presidenti delle Camere un simile sbocco non c'è perchè «non esiste una procedura di revoca»
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