giovedì 21 marzo 2013
Ieri il presidente della Repubblica ha incontrato i leader dei principali schieramenti politici. Il M5S chiede l'incarico di governo oppure la presidenza di Copasir e Vigilanza Rai. Nel pomeriggio Berlusconi e Bersani al Colle. Grasso e Boldrini annunciano: stipendio dimezzato.
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«Ho da riordinare appunti e idee. Domani esporrò e motiverò le mie decisioni». Con queste poche parole, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha concluso la seconda e ultima giornata di consultazioni dei leader dei principali schieramenti politici in vista della formazione del nuovo governo.I primi a salire al Quirinale, questa mattina, erano stati i rappresentanti del Movimento 5 stelle guidati da Beppe Grillo: incarico di governo pieno oppure la presidenza delle commissioni di garanzia (Copasir e Vigilanza Rai) la proposta-richiesta avanzata dai grillini. «Il Movimento 5 stelle è stata la prima forza politica alle ultime elezioni per numero di voti. Chiediamo perciò l'incarico di governo per realizzare il nostro programma»: è stato l'esordio del messaggio dei capigruppo M5s dopo le consultazioni al Quirinale. Vito Crimi e Roberta Lombardi hanno ricordato i venti punti programmatici con i quali il Movimento si presentato agli elettori e che indicherà come programma di governo. «Nel Caso il Presidente ci accordasse l'incarico pieno, indicheremmo il nostro premier» ha spiegato Lombardi che poi, ai giornalisti che le chiedevano se ci sia già il nome del premier o se sia stato già fatto al Capo dello Stato, ha replicato: «Abbiamo indicato un progetto per il Paese». Grillo interviene subito dopo, come da abitudine, dalle pagine del suo blog: «Il M5S non accorderà alcuna fiducia a governi politici o pseudo tecnici con l'ausilio delle ormai familiari "foglie di fico" come Grasso». Il presidente del Senato Pietro Grasso, il cui nome circola per un eventuale incarico, spiega di essere «sempre ottimista per natura» e ricorda che «se posso fare qualcosa per il mio Paese sono pronto a tutto», anche se poco dopo il presidente di palazzo Madama corregge il tiro e sottolinea che «come servitore dello Stato sono disponibile a qualsiasi prospettiva come quella attuale, perchè un servitore dello Stato non può che essere sempre disponibile. Non vorrei che qualche mia frase fosse stata interpretata in maniera distorta - aggiunge - nel senso di prospettive diverse da quelle che possono essere quelle attuali».Nel pomeriggio è il turno dei rappresentanti di Pdl e Lega per salire al Quirinale: «Con Napolitano abbiamo esaminato i risultati elettorali che presentano tre forze di pari entità - ha detto Silvio Berlusconi al termine dell'incontro -. Abbiamo presente che una di queste forze non è disponibile a una collaborazione con le altre e quindi restano in campo le altre due, Pdl e Pd, cui incombe la responsabilità di dare un governo al Paese». Alle 18 è stato il turno del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che ha rispedito al mittente le proposte di Berlusconi, esprimento dubbi sulla possibilità che il Pdl possa appoggiare alcuni dei punti proposti dal Pd. «Ci rivolgiamo a tutto il Parlamento anche per quel che riguarda i punti di cambiamento, ma ci sono punti chela destra ha impedito in questi anni e immagino che sarebbe uan singolare via di Damasco...», ha detto il segretario del Pd al termine delle Consultazioni al Quirinale. Bersani ha anche negato che il Pd stia rincorrendo il Movimento 5 Stelle. «Noi abbiamo dei punti che mandiamo avanti e non stiamo alla rincorsa di nessuno, sono cose che dobbiamo fare da tempo», ha detto il segretario del Pd al termine delle consultazioni al Quirinale.Boldrini e Grasso si dimezzano i compensil neo presidente di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, hanno annunciato di aver dimezzato i propri compensi. In mattinata l'annuncio dell'ex procuratore antimafia che ha dimezzato le spese della presidenza tagliando pure la sua indennità. «Dopo il primo studio delle voci di spesa di martedì - si legge in una nota - ieri ho approfondito con gli uffici competenti le possibilità di risparmio. Per quel che riguarda il mio compenso, fatte salve le indennità irrinunciabili, ho deciso di tagliare completamente tutto il resto (diaria, rimborso spese generali e rimborso spese per l'esercizio del mandato), passando dai 18.600 euro netti previsti a circa 9.000 euro netti».Il presidente di palazzo Madama ha poi rinunciato agli appartamenti e agli autisti, «mentre per la scorta, che per me a partire dal maxiprocesso non è stata un privilegio ma una dolorosa necessità, ho stabilito di dimezzare quella prevista dal Ministero dell'Interno per il Presidente del Senato». Per quel che riguarda il costo complessivo del gabiletto della presidenza, costo «che ammonta attualmente a quasi un milione e mezzo di euro l'anno, ho voluto applicare un taglio del 50%, con un risparmio annuo di circa 750.000 euro. Il risparmio complessivo sarà quindi di circa 861.960 euro l'anno», conclude la nota.

Nel pomeriggio anche la presidente della Camera Laura Boldrini ha diffuso una nota in cui annuncia di aver dimezzato l'indennità e il rimborso spese e rinuncia ad alloggio di servizio e rimborso delle spese di viaggio etelefoniche. Nel comunicato Boldrini riporta la lettera al Segretario generale della Camera con la quale chiedela riduzione dei suoi compensi e benefit.  «Rinunzio all'uso dell'alloggio di servizio e al rimborso delle spese accessorie di viaggio e telefoniche - ha scritto la presidente -. Inoltre, domando che l'indennità di funzione connessa alla carica di Presidente della Camera dei Deputati e il mio rimborso delle spese per l'esercizio del mandato parlamentare siano ridotti della metà. Quanto specificamente a quest'ultima voce, preciso che rinunzio alla parte dovuta ai rimborsi forfettari».

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