sabato 30 marzo 2013
​Definiti dal Capo dello Stato i nomi all'interno dei due gruppi di lavoro per raccogliere «proposte programmatiche» e condivise. Oggi Giorgio Napolitano ha garantito che resterà al Quirinale fino alla naturale scadenza del suo incarico
COMMENTA E CONDIVIDI

Scelti i dieci "saggi" che lavoreranno al servizio del Paese e per trovare una soluzione al “rebus istituzionale” a cui si sta assistendo da settimane. Sono stati resi noti, in serata, i due gruppi di lavoro che, su invito del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si riuniranno da martedì - stabilendo contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari - su proposte programmatiche in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea. Secondo le interpretazioni più accreditate, saranno «negoziatori supplementari» chiamati a lavorare su alcune proposte condivise dai partiti,  su decisioni e riforme in un campo e nell'altro per indirizzare l'azione di un governo di scopo.«Quella messa in campo dal presidente Napolitano è sicuramente una soluzione originale, insolita, ma del resto è inusuale tutta la situazione politica», ha commentato Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta. Un mossa, quella del Quirinale, che obbliga le forze politiche a prendere atto dei problemi sul tavolo, senza continuare ad arroccarsi su posizioni esclusivamente politiche: «Anzichè aggredire il problema - ha aggiunto il giurista - della composizione del governo lo ha aggirato mettendolo in una sorta di “congelamento attivo” e partendo dalle cose da fare delle quali si occuperanno i “saggi”».  Tra i dieci “saggi” soprattutto esperti di materie giuridiche ed economisti, e nessuna donna. Nel primo gruppo, il professore Valerio Onida, il senatore Mario Mauro (Scelta Civica), il senatore Gaetano Quagliariello (Pdl) e il professor Luciano Violante (Pd). Per il secondo gruppo che si dedicherà a economia e riforme in tal senso, il professor Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, il professor Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato; il dottor Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d'Italia, il capogruppo alla Camera della Lega Nord Giancarlo Giorgietti, il senatore Filippo Bubbico (Pd), presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato, e il ministro delle Politiche europee Enzo Moavero Milanesi. Tra i prescelti nella commissione di esperti in materie giuridiche, il senatore di Scelta Civica Mario Mauro è stato uno dei primi a spiegare alla stampa come è stata presa la decisione dal Colle. «Siamo stati contatti dall'Ufficio di Presidenza del Presidente della Repubblica e lo scopo è aiutare le forze politiche a superare steccati e barriere ideologiche, individuando elementi su cui si può convergere. Sono grato a Napolitano per la scelta in sé - ha continuato Mauro - non solo per la scelta dei nomi, che se non è una vera e propria innovazione istituzionale, ci va molto vicino. Ora servono comprensione, buona volontà e pragmatismo, che non vuol dire mancanza di ideali. Martedì dovremmo iniziare i nostri lavori, poi il senso di questa iniziativa sarà lavorare a oltranza per proporre elementi utili a chi deve valutare di far nascere un governo». Il presidente della Repubblica aveva già annunciato, nel corso di una breve conferenza stampa in mattina, di voler restare al Quirinale, fino alla naturale scadenza del suo mandato. «Continuo ad esercitare fino all'ultimo il mio mandato - aveva comunicato il Capo dello Stato -, non nascondendo al Paese le difficoltà che sto ancora incontrando e ribadendo la mia fiducia nella possibilità di un responsabile superamento della situazione che l'Italia attraversa».E sull'esecutivo Napolitano aveva parlato di un governo che, sono ancora parole del capo dello Stato, «ha annunciato e sta per adottare provvedimenti urgenti per l'economia, di intesa con le istituzioni europee e con l'essenziale contributo del nuovo Parlamento attraverso i lavori della commissione speciale presieduta dall'onorevole Giorgetti». La scelta di Napolitano sembra andare nella direzione del «modello olandese», seguendo il quale si arriverebbe ad un governo di larghe intese dopo settimane di trattative su programmi e riforme. Questa la strada indicata dal Capo dello Stato. Una strada forse non breve - il risultato del lavoro dei gruppi potrebbe arrivare anche nelle mani del nuovo presidente della Repubblica, dopo il 16 maggio - ma che potrebbe far superare al nostro sistema politico quell'impasse così pericoloso per il Paese. Nonostante la gravità del momento, Giorgio Napolitano non aveva rinunciato in mattinata ad una battuta con i giornalisti, convocati nella sala antistante lo studio alla Vetrata e rivolge ai giornalisti i suoi auguri di buona Pasqua, e aggiunge, mostrando il foglio dell'intervento che pronuncerà di lì a poco: «Invece della colomba, vi ho portato questo...». I partiti avevano già nel corso della giornata plaudito alla decisione arrivata dal Colle. Apprezzamenti arrivati da Lega e Pdl. Mentre Bersani aveva annunciato che il Pd è pronto «ad accompagnare il percorso indicato da Napolitano - ha detto il segretario Pierluigi Bersani -. Un governo di cambiamento e una convenzione per le riforme restano il nostro asse». Piena condivisione per la scelta del presidente della Repubblica arriva anche da Andrea Olivero, coordinatore di Scelta Civica. «La scelta ci riporta in maniera ferma e netta alla centralità del programma e garantisce continuità presidenza Repubblica», aggiunge Olivero. «In secondo piano formule di governo, elemento di discussione - conclude - che non hanno portato ad avvicinamento tra le forze politiche».  

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: