sabato 24 aprile 2010
Il presidente della Repubblica, intervenendo in occasione del 65esimo anniversario della Liberazione, ha auspicato uno sforzo collettivo per il superamento degli "steccati" e delle polemiche quotidiane.
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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenendo in occasione del 65esimo anniversario della Liberazione, ha auspicato uno sforzo collettivo per far uscire l'Italia da una spirale di contrapposizioni indiscriminate e per il superamento degli "steccati" e delle polemiche quotidiane.«La complessità dei problemi che si sono venuti accumulando nei decenni dell'Italia repubblicana - talvolta per eredità di un più lontano passato - esige un grande sforzo collettivo, una comune assunzione di responsabilità. Questa esigenza non può essere respinta, quello sforzo non può essere rifiutato come se si trattasse di rimuovere ogni conflitto sociale e politico, di mortificare la naturale dialettica in particolare tra forze di maggioranza e forze di opposizione», ha detto il capo dello Stato nel suo discorso al teatro La Scala, dopo aver ricordato - commuovendosi - l'attività partigiana dell'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini.«Si tratta invece di uscire da una spirale di contrapposizioni indiscriminate, che blocca il riconoscimento di temi e impegni di più alto interesse nazionale tali da richiedere una limpida e mirata convergenza tra forze, destinate a restare distinte in una democrazia dell'alternanza», ha continuato, interrotto di tanto in tanto dagli scroscianti applausi della platea, nella quale sedevano anche il premier Silvio Berlusconi e il sindaco di Milano Letizia Moratti.«All'auspicabile crearsi di questo nuovo clima, può contribuire non poco il diffondersi tra gli italiani di un più forte senso dell'identità di unità nazionale. Così ritengo giusto che si concepisca anche la celebrazione di anniversari come quello della Liberazione, al di là degli steccati e delle quotidiane polemiche che segnano il terreno della politica», ha proseguito.Napolitano ha aggiunto che «le condizioni sono ormai mature per sbarazzare il campo dalle divisioni e incomprensioni a lungo protrattesi sulla scelta e sul valore della Resistenza per ritrovarci in una comune consapevolezza storica della sua eredità più condivisa e duratura. Vedo in ciò una premessa importante di quel libero e lungimirante confronto e di quello sforzo di raccoglimento unitario di cui ha bisogno il Paese».
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