giovedì 4 aprile 2013
A Palazzo Chigi l'incontro tra il presidente del Consiglio e il segretario del Pd per uno scambio di vedute sulla situazione economica e politico-istituzionale dell'Italia. «Non stiamo perdendo tempo»: secca era stata la risposta del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano a Matteo Renzi che aveva denunciato il perdurare della crisi politica a 40 giorni dalle elezioni.
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Soluzioni «tempestive» in merito alle «scadenze politico-istituzionali» nel segno della «più ampia condivisione possibile fra le forze parlamentari». È quanto si legge nel comunicato di palazzo Chigi al termine dell'incontro tra il premier Mario Monti e il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, durato circa due ore. Bersani si era recato a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio in carica per gli affari correnti Mario Monti per uno scambio di vedute sulla situazione economica e politico-istituzionale dell'Italia.  «L'incontro - si legge ancora nella nota - si è svolto in un clima di grande cordialità e di convergenza rispetto all'analisi del delicato momento politico. A giudizio di entrambi, soluzioni in merito alle scadenze politico-istituzionali vanno tempestivamente ricercate, nella chiarezza e trasparenza dei percorsi, attraverso la più ampia condivisione possibile fra le forze parlamentari». L'incontro a Palazzo Chigi tra Monti e il leader del Pd, Bersani è avvenuto nel giorno delle polemiche tutte interne al partito democratico, accese dalle parole del sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Proprio a lui che aveva denunciato una perdita di tempo nel perdurare della crisi politica, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha replicato, poco fa, di non ritenere quanto sta avvenendo una perdita di tempo. «Io personalmente non credo», ha risposto Napolitano, sorridendo ai cronisti che, a margine di un convegno, gli chiedevano se fosse d'accordo con Renzi che si stesse perdendo tempo. Il sindaco di Firenze in più dichiarazioni aveva accusato il segretario del Pd di perdere tempo ritenendo che si debba andare a un accordo di governo con il Pdl oppure a rapide elezioni.Il Pd, primo partito alle elezioni ma senza una maggioranza in Parlamento per governare, deve smettere di «fare melina» e decidere se tornare alle urne, oppure accordarsi con il Pdl per fare un esecutivo che in sei mesi compia importanti riforme costituzionali. Questo il pensiero espresso da Renzi. A stretto giro gli aveva risposto Davide Zoggia, membro della segreteria del Pd e vicino a Bersani: «Se Renzi vuole governare con il Cavaliere si accomodi». Mentre il segretario del Pd, Pierluigi Bersani aveva risposto in modo laconino: «Noi siamo qua».Le critiche di Renzi al suo partito sono a tutto campo: «Parto dal fatto che si debba avere idee chiare», ha detto, contrario alla proposta di Bersani del «doppio binario» - un governo aperto al M5s di Beppe Grillo e un'assemblea costituente per cambiare le istituzioni che coinvolga anche il Pdl. «O Berlusconi è il capo degli impresentabili e allora chiediamo di andare a votare subito; oppure Berlusconi è un interlocutore perché ha preso 10 milioni di voti», ha spiegato Renzi. «Noi non dobbiamo inseguire Grillo. Facciamo noi i tagli alla politica, aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti e poi vediamo chi insegue». In questo caso la strada da seguire è quella di un governo con il Pdl: «Andare al governo con Gasparri fa spavento, lo so. Ma se il Pd ha paura delle urne deve dialogare con chi ha i numeri». Il governo che immagina Renzi avrebbe per missione di fare in sei mesi una nuova legge elettorale, trasformare il Senato in una Camera delle autonomie con rappresentanti di Regioni e comuni, abolire le province e il finanziamento pubblico ai partiti, sburocratizzare la pubblica amministrazione e fare «un piano per il lavoro».La Lega è d'accordo con il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che al Pd ha chiesto di non perdere altro tempo e di decidere se accordarsi con il Pdl o tornare alle urne. Lo ha detto oggi il leder della Lega Roberto Maroni, a margine della presentazione del programma della nuova Giunta regionale lombarda. «È una cosa positiva, è una proposta che noi avevamo fatto come Pdl-Lega», ha spiegato Maroni. «Mi auguro che questa proposta di Renzi venga accolta dal Pd ma dubito che lo farà, perché lì prevale ancora un atteggiamento ideologico contro qualsiasi alleanza di governo. Questo, temo, impedirà la nascita del governo, anche se spero di sbagliarmi». «Renzi, le cui evidenti e smodate ambizioni sono grandi come il vuoto che rappresenta, liquida le inesistenti velleità di Bersani. Il segretario del Pd ancora si ostina a non prendere atto che non ha possibilità di guidare un governo. Non ha numeri, non ha lucidità. È un pugile suonato. Basta perdere tempo». Ha commentato Maurizio Gasparri. «O nasce subito un governo di concordia per l'Italia o si dà la parola agli italiani con elezioni immediate. Sono in gioco - ha ricordato il vicepresidente Pdl del Senato - interessi fondamentali della nazione. Né sono immaginabili altri colpi di mano sul Quirinale da parte di minoranze avventurose».
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