mercoledì 31 marzo 2010
Il presidente della Repubblica spiega una nota del Quirinale, non ha firmato a causa della «estrema eterogeneità della legge e in particolare dalla complessità e problematicità di alcune disposizioni che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale». Sacconi: il governo terrà conto dei rilievi mossi.
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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rinviato al Parlamento la legge sul lavoro che introduce la possibilità preventiva di ricorrere all'arbitrato invece che al giudice per le controversie di lavoro. Secondo un comunicato, il Quirinale «ha ritenuto opportuno un ulteriore approfondimento da parte delle Camere, affinché gli apprezzabili intenti riformatori che traspaiono dal provvedimento possano realizzarsi nel quadro di precise garanzie e di un più chiaro e definito equilibrio tra legislazione, contrattazione collettiva e contratto individuale». Napolitano cita in particolare gli articoli 31 sull'arbitrato e 20 sui diritti dei lavoratori a bordo dei navigli di Stato. Contro il provvedimento aveva scioperato il 12 marzo la Cgil accusando la maggioranza di aver voluto aggirare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che vieta il licenziamento senza giusta causa. «È una norma incostituzionale», aveva spiegato il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, durante il comizio a Padova, «perché si cerca di introdurre un arbitrato forzoso che costringe i lavoratori a rinunciare a quello che la Costituzione gli consente, cioè di ricorrere al giudice quando vengono violati i diritti di un contratto e i diritti di una legge».Il Parlamento può anche non accogliere i rilievi del capo dello Stato e decidere di aprire uno scontro istituzionale rimandando al Quirinale lo stesso testo respinto. A quel punto il presidente della Repubblica ha l'obbligo di approvare la legge che eventualmente potrebbe essere portata davanti alla Corte Costituzionale.Sacconi. Il governo terrà conto dei rilievi mossi dal capo dello Stato sul ddl lavoro collegato alla Finanziaria ed in particolare sulla norma che consente al lavoratore di rivolgersi ad un arbitro per la soluzione di eventuali controversie. Lo ha detto, intervistato dal TG1, il titolare del Welfare Maurizio Sacconi. «Rispetto la decisione» del presidente Napolitano di non firmare il disegno di legge, ha affermato il ministro. «Il capo dello Stato chiede un ulteriore approfondimento da parte del Parlamento che - ha assicurato - ci sarà». Come governo, «proporremo alcune modifiche che mantengano in ogni caso un istituto che lo stesso Presidente della Repubblica ha apprezzato».Il governo, quindi, è pronto a ritoccare la norma sull'arbitrato: «Potremmo rafforzare ancora di più il ruolo delle parti sociali - ha fatto sapere Sacconi - Ricordo che tutte, proprio tutte le parti (oggi ha firmato anche la Lega delle Cooperative) hanno sottoscritto un'intesa tranne la Cgil. Quell'intesa potrebbe anche diventare norma di legge per circoscrivere la possibilità di rinviare all'arbitrato all'atto dell'assunzione» in caso di eventuale contenzioso. «Inoltre - prosegue il ministro - potremmo dare un tale valore alla contrattazione collettiva tra le parti sociali da rinunciare ad una funzione sostitutiva del ministro che era teorica, perchè il ministro ha sempre inteso riferirsi alle intese fra le parti sociali».
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