venerdì 27 settembre 2013
COMMENTA E CONDIVIDI

L'«inquietante annuncio» del Pdl, sebbene solo di un annuncio si tratti, mette il governo delle larghe intese, promosso e "protetto" dal Quirinale, a un passo dalla crisi. La posizione del Pdl e le parole usate da Berlusconi che evocano il colpo di stato giudiziario sono «gravi» e «assurde». Giorgio Napolitano respinge il tentativo di una «estrema pressione» per indurlo allo scioglimento, e di fronte all’unica alternativa praticabile, un galleggiamento nella sostanziale paralisi operativa, preferisce interrompere prima il gioco di eventuali dimissioni di massa solo annunciate, per andare al più presto alla verifica.L’accelerazione della crisi viaggia sull’asse Quirinale-New York, e le parole del premier che parla di «umiliazione» delle istituzioni mentre rappresentava l’Italia all’Onu e a Wall Street sono lo specchio di un turbamento che è anche del capo dello Stato. Oggi Letta, appena rientrato dagli Usa, si recherà al Colle per decidere il da farsi, il Consiglio dei ministri che si dovrebbe tenere subito dopo, in questo clima potrebbe anche essere non operativo, ma limitarsi a una presa d’atto del precipitare della situazione, per andare direttamente alla verifica delle Camere. Con in mezzo un scadenza importantissima, la decisione sull’Iva, che va assunta a fine mese a rendere il quadro ancor più drammatico.Napolitano è turbato non solo per il mancato mantenimento di un impegno di collaborazione assunto con lui, ma anche per la solenne promessa che gli era stata fatta al momento di accettare il secondo mandato che era al di fuori dei suoi orizzonti. Tanto da avvertire tutti, nel discorso di insediamento, che la sua disponibilità "eccezionale" era vincolata al mantenimento di quell’impegno a collaborare che ora sembra venir meno, con esiti non ancora calcolabili.Napolitano si era soffermato incredulo già l’altra sera sugli echi della riunione dei gruppi parlamentari, poi ieri mattina la presa d’atto che i suoi interlocutori nel Pdl, i ministri, Gianni Letta, e - soprattutto - lo stesso Berlusconi, erano venuti meno uno dopo l’altro e allora non gli resta che prendere atto della situazione. A metà mattinata manda un messaggio a Maria Romana De Gasperi, che modera in quel momento un incontro cui Napolitano avrebbe dovuto partecipare. C’è profondo imbarazzo nelle sue parole, si scusa anche con l’ex presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Pöttering (che poi riceverà nel pomeriggio), «ma si è verificato - annuncia - un fatto politico improvviso e istituzionalmente inquietante cui debbo dedicare la mia attenzione».Due ore dopo ecco la nota del Colle che, pur prendendo atto che «l’orientamento assunto dall’Assemblea dei gruppi parlamentari del PdL non è stato formalizzato in un documento conclusivo portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica», torna a definire definire «inquietante» l’annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento. «Dimissioni individuali, le sole presentabili - ricorda Napolitano - di tutti gli eletti nel PdL». Con l’effetto di «colpire alla radice la funzionalità delle Camere».

Ma «non meno inquietante sarebbe il proposito di compiere tale gesto per esercitare un’estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere», è il secco, ulteriore avvertimento, del Colle. Con un estremo invito: «C’è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere vicinanza politica e umana al Presidente del PdL, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento».Napolitano non fa sconti, rileva anche «la gravità e assurdità dell’evocare un "colpo di Stato" o una "operazione eversiva" contro il leader del Pdl», espressioni usate da Berlusconi con i parlamentari. «Una sentenza di condanna definitiva, per fatti specifici di violazione della legge - ricorda - è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto in Europa, così come lo è la non interferenza del Capo dello Stato o del Primo Ministro in decisioni indipendenti dell’autorità giudiziaria».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: