lunedì 6 giugno 2011
Il capo dello Stato risponde con una lettera allo scrittore Claudio Magris, che sabato, dalle pagine del Corriere, aveva segnalato come il ripetersi di tragedie del mare porti all'assuefazione.
- Tunisia, ripescati 26 cadaveri
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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lancia un appello, anche all'Ue, a stroncare il traffico di esseri umani, reagendo «con forza» all'indifferenza che sempre più circonda il dramma dell'immigrazione. «Occorre reagire con forza - moralmente e politicamente - all'indifferenza: oggi, e in concreto, rispetto all'odissea dei profughi africani in Libia, o di quella parte di essi che cerca di raggiungere le coste siciliane come porta della ricca - e accogliente? - Europa», scrive il capo dello Stato in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera.«Stroncare questo traffico, prevenire nuove, continue partenze per viaggi della morte (ben più che «viaggi della speranza") e aprirsi - regolandola - all'accoglienza: è questo il dovere delle nazioni civili e della comunità europea e internazionale, è questo il dovere della democrazia».Napolitano ha risposto con questa lettera allo scrittore Claudio Magris, che sabato, dalle pagine del Corriere, aveva segnalato come il ripetersi di tragedie del mare porti all'assuefazione e all'indifferenza. Centinaia di migranti partiti recentemente dalle coste nordafricane risultano dispersi dopo incidenti che hanno coinvolto le imbarcazioni su cui viaggiavano verso le coste siciliane.Il capo dello Stato sottolinea come «le notizie relative ai duecento, forse trecento esseri umani scomparsi giorni fa in acque tunisine non riuscendo a salvarsi da un barcone travolto dalle onde, sono sparite dai giornali e dai telegiornali prima ancora che si sapesse qualcosa di più sull'accaduto. E con eguale rapidità è sembrata cessare la nostra inquietudine per un fatto così atroce».«La comunità internazionale, e innanzitutto l'Unione europea, non possono restare inerti - prosegue Napolitano - dinanzi al crimine che quasi quotidianamente si compie organizzando la partenza dalla Libia, su vecchie imbarcazioni ad alto rischio di naufragio, di folle disperate di uomini, donne, bambini».
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