sabato 27 febbraio 2010
In una lettera inviata al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, il presidente della Repubblica parla di rischio di tensioni «tra poteri e organi dello Stato» e auspica che «prevalga in tutti il senso della responsabilità e della misura».
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Il Quirinale avverte forti rischi di nuove tensioni fra le istituzioni, stigmatizza le pesantissime accuse di queste ore - appare chiaro, in proposito, pur se non esplicito, il riferimento alle dichiarazioni di ieri del premier Silvio Berlusconi sulle «bande di magistrati talebani» - ed esorta tutti ad avere il senso del limite e della misura.Interviene diretto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con una lettera inviata al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino scritta «nel momento in cui da un lato gli sviluppi di delicate vicende processuali e dall'altro l'avvio di una impegnativa competizione elettorale, rischiano di alimentare nuovamente drastiche contrapposizioni e pericolose tensioni non solo tra opposte parti politiche ma anche, come ho avuto tempo fa già modo di rilevare con comprensibile allarme, tra istituzioni, tra poteri e organi dello Stato».Per il Capo dello Stato, «anche la causa delle riforme necessarie per rendere più efficiente, al servizio dei cittadini, l'amministrazione della Giustizia in un quadro di corretti rapporti istituzionali, non può trarre alcun giovamento daesasperazioni polemiche, da accuse quanto mai pesanti che ferisconomolti e che possono innescare un clima di repliche fuorvianti: clima - sottolinea significativamente Napolitano - nel quale la magistratura associata apprezzabilmente dichiara di non voler farsi trascinare».Di qui, il «vivissimo auspicio» espresso dal Presidente della Repubblica, affinchè «prevalga in tutti il senso della responsabilità e della misura». Quindi, indica al vicepresidente del Csm che «in particolare nelle prossime occasioni di dibattito, sotto la sua guida, nel Consiglio superiore della Magistratura, l'attenzione si concentri su segni positivi che pure si sono registrati, anche in Parlamento, di maggiore ascolto fra esigenze e posizioni diverse».Per Napolitano, «sarà questo il modo migliore di essere vicini a tutti i magistrati, che sono impegnati con scrupolo e imparzialità nell'accertamento e nella sanzione di violazioni di legge, da cui traggono forza la criminalità organizzata e la corruzione».
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