sabato 14 aprile 2012
​L’immagine del Paese, secondo il capo dello Stato, non può essere abbinata a quella di chi sceglie di vivere secondo «logiche particolaristiche, asociali e di aperto disprezzo del bene comune».
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​Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha puntato ieri con forza l’indice contro gli evasori fiscali, dicendo che il loro nome non è degno di essere associato a quello dell’Italia.Parole di inusitata durezza - oltretutto pronunciate a poche settimane di distanza dalla conclusione del Giubileo per i 150 anni dell’Unità del Paese - che il Capo dello Stato ha pronunciato nel pomeriggio, quando si è recato ad assistere agli stati generali del volontariato della Protezione Civile, che si sono tenuti nell’Aula Magna dell’Università di Roma Tre. Partendo dall’importanza del volontariato, Napolitano ha, però, dovuto constatare che «il Paese presenta di sé diverse immagini e diverse logiche di comportamento», per cui a gente come i volontari si oppongono «logiche particolaristiche, asociali e di aperto disprezzo del bene comune». Tra queste Napolitano ha citato esplicitamente gli speculatori che mettono a repentaglio l’ambiente e il sistema idrogeologico nazionale, ma soprattutto « le logiche irresponsabili del rifiuto del dovere fiscale». «Non contrappongo nemmeno le due cose», ha concluso riferendosi all’Italia della solidarietà e a quella dell’evasione fiscale, «questi comportamenti devianti, seppur diffusi, non meritano di essere associati al nome di Italia». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta: «Parole dure, ma assolutamente appropriate: gli evasori devono sempre vergognarsi e, specialmente, in un momento come questo con tanta sofferenza in giro... devono vergognarsi dieci volte». Andrebbero «scolpite in tutte le scuole del paese per ribadire il fondamento della cittadinanza repubblicana e della convivenza democratica», dice il segretario confederale della Uil Domenico Proietti. In mattinata al Quirinale era stato oggetto di discussione un altro grave problema che colpisce gravemente il Paese: le morti bianche. È salita al Colle, infatti, una delegazione della Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro istituita dal Senato. Il presidente Oreste Tofani ha illustrato a Napolitano i contenuti delle relazioni presentate dalla Commissione e le iniziative di approfondimento dedicate ai temi della tutela, della salute e della sicurezza sul lavoro. Tra le altre cose, si legge in un comunicato dell’organismo parlamentare, «la Commissione ha espresso al presidente della Repubblica la volontà di organizzare una giornata di approfondimento e di dibattito dedicata a questi temi». Nel corso del colloquio, inoltre, «è stata affrontata anche l’ipotesi di istituire una Procura nazionale della sicurezza nei luoghi di lavoro con il chiaro intento di rafforzare le forme di contrasto e prevenzione degli infortuni sul posto di lavoro».
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