venerdì 19 marzo 2010
Dalla Siria nuovo appello al dialogo tra le istituzioni e le forze politiche: «Il futuro dipende da riforme di medio e lungo termine che esigono il confronto tra la maggioranza e l’opposizione». E puntualizza: «La politica pensi ai veri problemi del Paese».
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Troppe le conflittualità nella politica, distanti dai veri problemi del Paese. Prima di tornare in Italia da Damasco, dove ha concluso una visita ufficiale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ribadisce il suo giudizio, severo e preoccupato, sul clima di scontro infuocato che caratterizza questa campagna elettorale per le elezioni regionali. E ai giornalisti che gli chiedono un pronostico sull’accoglimento dei suoi numerosi appelli alla calma, il capo dello Stato risponde: «Non ho la palla di vetro e non posso fare previsioni, ma faccio uno sforzo e ritengo che sia mio dovere il richiamo al superamento delle conflittualità che allontanano da considerazioni obiettive sui problemi del Paese». Il distacco tra classe politica e Paese reale, secondo Napolitano, «è una bella questione, che si può porre a tanti in Italia». La ricetta non è certo nuova: «Servono soluzioni di responsabilità da parte di tutte le forze politiche, ci vuole la dialettica fra le forze politiche, fra maggioranza e opposizione» che, pur in competizione tra loro, devono trovare il modo di dialogare su «alcuni problemi che richiedono larga condivisione e politiche di medio-lungo termine», che vadano al di là dei cinque anni di una legislatura». Napolitano, però, rifiuta la patente di grillo parlante: «Vedo che si scherza – aggiunge – dando prova di creatività giornalistica, sui miei moniti. Io non sono uno che ammonisce, ma che pone problemi: serve più dialogo tra i partiti e, ancor di più, tra le istituzioni». Il presidente della Repubblica ha anche commentato i recenti giudizi della Lega nord molto favorevoli al suo operato: «Apprezzo – dice con un gioco di parole – chi apprezza le mie prese di posizione. Mi pare che da parte della Lega Nord vi sia preoccupazione per un eccessivo concentrarsi nella campagna elettorale su spunti polemici e sulla sottovalutazione del tema del governo delle Regioni». Le parole del presidente, con l’eccezione dell’Italia dei Valori  che giudica l’appello alla moderazione irricevibile, vengono accolte con favore dalle forze politiche. Almeno, a stare alle loro dichiarazioni. Si conferma intanto il momentaneo feeling con gli uomini di Bossi. Federico Bricolo, capogruppo dei lumbard in Senato, loda «la correttezza e l’equilibrio del presidente Napolitano» e la sintonia sulla necessità di abbandonare le polemiche e «concentrarsi sulle riforme per cambiare finalmente questo Paese, renderlo più moderno e più vicino ai cittadini». Mentre il ministro Roberto Calderoli aggiunge: «Sono assolutamente d’accordo con il presidente Napolitano, parliamo di contenuti e basta urla. Altrimenti la gente si allontana dalla politica». Nel Pdl il ministro Sacconi giudica «assolutamente condivisibile» l’appello del Quirinale a raffreddare le polemiche; così anche Altero Matteoli, alla guida delle Infrastrutture; perfettamente d’accordo anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, che però non rinuncia a dare la sua versione dei fatti: «Purtroppo – ha aggiunto Frattini – noi del Pdl siamo stati in queste settimane vittime di attacchi assolutamente abnormi sotto il profilo giuridico, ed è stata scatenata una vera campagna a suon di insulti contro Berlusconi e contro molti di noi». Nel Pd parla Massimo D’Alema, attaccando il premier: «Berlusconi sta provocando un conflitto tra istituzioni dello Stato. Più che mai ora è prezioso il ruolo di raccordo e garanzia che è espresso dal capo dello Stato». Ma, aggiunge, «lo dico anche per chi dalla nostra parte ha cercato di tirarlo per la giacchetta. Certe critiche dopo il decreto interpretativo sulle liste sono state frettolose».
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