sabato 8 gennaio 2011
Tutta l'Italia, da Milano a Verona a Venezia, abbia coscienza della propria storia risorgimentale. È il monito espresso oggi a Forlì dal presidente della Repubblica,  a margine dell'iniziativa che si è svolta al teatro Fabbri dal titolo «Come fu che la Romagna divenne italiana». Il capo dello Stato ha portato ad esempio proprio la città di Forlì, che «mostra di avere coscienza delle proprie radici, del proprio contributo al moto unitario e sa far rivivere questa sua storia nel modo più efficace».
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Tutta l'Italia, da Milano a Verona a Venezia, abbia coscienza delle proprie radici unitarie. È il monito espresso oggi a Forlì dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a margine dell'iniziativa che si è svolta al teatro Fabbri dal titolo "Come fu che la Romagna divenne italiana". Il capo dello Stato prende ad esempio proprio la città di Forlì per spiegare che essa "mostra di avere coscienza delle proprie radici, del proprio contributo al moto unitario e sa far rivivere questa sua storia nel modo più efficace"."Un esempio che - prosegue Napolitano - mi auguro venga seguito altrove in tutte quelle parti del Paese, da Milano a Venezia a Verona, affinchè sappiano come divennero italiane". L'appuntamento di questa mattina al teatro forlivese si è concentrato su una sorta di lettura storica del sindaco Roberto Balzani degli avvenimenti legati a Garibaldi e in particolare alla "grande fuga" e ai ricordi degli attori principali dell'epoca, da Massimo D'Azeglio a Piero Maroncelli, da Leonida Mantovani a Primo Uccellini, ad Aurelio Saffi, ex ministro dell'Interno.
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